L’economista e premio Nobel Joseph Stigliz dice si al salario minimo:“Il Salario minimo è positivo per l’economia e la società, soprattutto in una fase di grandissime diseguaglianze, come quella attuale”. Per Stigliz, ospite al Forum Ambrosetti, “I timori di effetti collaterali sono infondati, spesso il salario minimo ha aumentato l’occupazione, oltre a mettere più soldi nelle tasche dei consumatori”.
Anche un altro Premio Nobel per l’economia David Card, con i suoi studi, ha dimostrato, gli effetti positivi prodotti sulla occupazione negli Stati Uniti. Sovente gli stessi aumenti di salario conducono ad aumenti di produttività, poiché spingono le produzioni verso attività che si caratterizzano per maggiore innovazione, a forte contenuto tecnologico, e finiscono per indirizzare l’attività economica verso investimenti a più alta intensità di innovazione, con il risultato complessivo di maggiori incrementi di produttività, di maggiore soddisfazione e benessere per i medesimi lavoratori e di una più efficiente allocazione.
Sono da considerare positivi anche gli impatti che un incremento di gettito, dovuto a salari più alti, avrebbero sull’aumento del gettito e sulla finanza pubblica, stimati in circa 3 miliardi di euro dal Centro Studi e Ricerche dell’INPS, nel caso, ad esempio, di salario minimo a 9 euro, e con un aumento importante di reddito disponibile per le famiglie. Per le aziende, al netto di effetti dinamici, ci sarebbe specularmente un incremento di costo. In termini redistributivi, si conseguirebbe una riduzione della disuguaglianza, calcolata come indice di Gini (-0.2 punti), e una riduzione di frequenza e intensità della povertà (rispettivamente di -0.3 punti e di -1,4 punti).
In Italia ben quattro milioni e mezzo di persone vengono pagate meno di 9 euro l’ora, mentre due milioni e mezzo di lavoratori ricevono persino meno di 8 euro l’ora. Milioni di persone che, pur lavorando, sono povere. Persone che per sbarcare il lunario tra inflazione e caro bollette, devono applicare leggi fisiche quantistiche!
Sotto i 9 euro ci sono il 38% dei giovani, il 16% degli over 35 anni, il 21% degli uomini e il 26% delle donne, e i settori di attività più esposti sono il turismo, la ristorazione, la logistica, i beni e le attività culturali, le attività di cura e di assistenza alle persone.
Attualmente il salario minimo esiste in 21 paesi su 27 dell’Unione Europea. Non c’è nel nostro paese e in Danimarca, in Finlandia, Austria, Svezia e Cipro.
Di seguito una info grafica sui salari medi netti mensili:
Dati che non richiedono alcun commento…
Non possiamo più aspettare, c’è bisogno di una legge sul salario minimo, ora.
Restituiamo dignità ai lavoratori. E’ la nostra battaglia di civiltà!