Oggi pubblico un intervento di Marco Travaglio sull’intervista rilasciata da Gian Carlo Caselli al Corriere della Sera.
RIMOZIONE FORZATA
Gian Carlo Caselli ricorda sul Corriere della Sera che destra e sinistra sono altrettanto insofferenti ai controlli di legalità della magistratura, e quando si scoprono “troppe collusioni e troppa corruzione”, i due poli si attivano con norme “bipartisan” per mettere in riga la magistratura.
Luciano Violante (quello che secondo certi buontemponi sarebbe nientemeno che il “mandante” di Caselli) gli risponde per le rime, sostenendo che “noi non siamo come Berlusconi”.
A parte il fatto che Caselli non ha detto questo, ma ha detto ben altro, Violante deve aver perso la memoria. E ha fatto bene, perchè certe vergogne, dopo averle fatte e/o avallate, è meglio rimuoverle. Per chi invece volesse ricordarle, magari per evitare che vengano ripetute la prossima volta, ci sono due libri usciti da poco che le mettono in fila. Uno è “Il topino intrappolato” di Elio Veltri (Editori Riuniti), l’altro – e mi scuso per il conflitto d’interessi – è “Intoccabili” (mio e di Saverio Lodato, ed. Bur Rizzoli).
In pillole: chi ha approvato, dal 1996 al 2001, una serie di leggi non previste dal programma di Prodi, ma da quello di Previti? L’Ulivo.
Chi ha votato col Polo (che allora era minoranza in Parlamento) l’abrogazione dell’abuso d’ufficio non patrimoniale, la controriforma dell’articolo 513 che gettava via le dichiarazioni accusatorie di Tangentopoli e Mafiopoli, l’articolo 111 della Costituzione (“giusto processo”) che copiava il 513 appena bocciato dalla Corte costituzionale, la legge contro i pentiti di mafia, la depenalizzazione dell’utilizzo di false fatture, la legge sulle indagini difensive che consente lo strapotere degli avvocati prima ancora che venga avviata un’indagine da un magistrato, e così via? L’Ulivo.
Chi ha detto che bisognava depenalizzare i reati finanziari? Piero Fassino.
Chi ha sollevato il conflitto di attribuzioni fra Parlamento e Tribunale di Milano per mandare a monte i processi a Previti e Berlusconi per corruzione dei giudici? Gli allora presidenti di Camera e Senato, Violante e Mancino.
Chi presiedeva la Bicamerale che, a suon di bozze Boato, ledeva l’indipendenza della magistratura ben peggio di quanto non farà la controriforma Castelli dell’ordinamento giudiziario? D’Alema. E chi votò le bozze Boato in Bicamerale? Tutto il Polo e tutti i partiti dell’Ulivo, salvo Rifondazione.
E chi salvò Previti e Dell’Utri dal carcere negando l’autorizzazione ai mandati di cattura spiccati dai giudici di Milano e Palermo? Il Polo e un pezzo del centrosinistra.
Quando Violante ci avrà gentilmente spiegato quell’incredibile sequela di vergogne, con l’aggiunta della mancata legge antitrust e della mancata legge sul conflitto d’interessi, potrà credibilmente interloquire con Caselli, e con i propri eventuali elettori.
Volendo poi esagerare, potrebbe poi tradurre in italiano una frase da lui pronunciata in piena Camera il 28 febbraio 2002, durante il dibattito sulla legge Frattini sul conflitto d’interessi: “Onorevole Anedda, lei sa – chieda conferma agli onorevoli Letta e Berlusconi – che alla caduta del primo governo Berlusconi (dicembre ’94, ndr), noi garantimmo che non gli sarebbero state toccate le televisioni”.
Visto che un mese prima (novembre ’94) la Corte costituzionale aveva stabilito che una delle tre reti Fininvest avrebbe dovuto andare su satellite, Violante potrebbe spiegare a quale titolo si impegnò con Berlusconi a violare quella sentenza della Consulta; perchè gli elettori non ne furono avvertiti; e se la promessa era gratis o in cambio di qualcosa.