I black bloc salveranno la Seconda Repubblica? I media e i partiti ci provano. L’Italia sembra in preda a black bloc organizzati che scorrazzano nelle città, rompono vetrine e incendiano macchine. La gente ha paura, deve avere paura. Si preparano leggi speciali. Maroni le proporrà in Parlamento con il supporto, forse anche di una preziosa consulenza, dell’opposizione. I movimenti vanno messi fuori gioco con qualunque mezzo. Gli utili idioti per queste operazioni si trovano sempre. La crisi economica che sta travolgendo il Paese è improvvisamente scomparsa. I partiti, che ne sono responsabili, si sono riverginati grazie una manifestazione di 200.000 persone senza un servizio d’ordine degno di questo nome. Chi l’ha autorizzata? Un corteo appoggiato dal centro sinistra controllato a distanza dalle Forze dell’ordine di Zanna Bianca Maroni totalmente impreparate, lasciate a sé stesse. Un finale scontato e forse voluto.
Chi sono i black bloc? Il solo nome mette paura. Neri come la notte. Evocano nuovi fascismi. Perfetti per un’operazione di marketing e per spaventare le vecchiette. I violenti di Roma non sono un corpo alieno, sono persone, ragazzi esasperati che pagheranno per i loro gesti. Ma non vengono da Marte e senza una svolta radicale della politica il loro numero è destinato ad aumentare. Chi non ha più speranze, un posto di lavoro, una casa, è pericoloso per il Sistema. Divieti di manifestazione, arresti preventivi, irruzioni in centri sociali diventeranno routine.
La demonizzazione dei movimenti è in atto. La Repubblica titola un inquietante articolo di di Carlo Bonini e Giuliano Foschini “Il black bloc svela i piani di guerra. Ci siamo addestrati in Grecia“. Un’intervista a un ragazzo, del quale è nota solo l’iniziale “F.”, che svela l’esistenza di gruppi di black bloc istruiti militarmente in Grecia per seminare il panico in Italia. Il dialogo termina con queste battute:
Repubblica “Parli come un militare“
F. “Parlo come uno che è in guerra“
R. “Ma di quale guerra parli?“
F. “Non l’ho dichiarata io. L’hanno dichiarata loro“
R. “Loro chi?“
F. “Non discuto di politica con due giornalisti“
R. “E con chi ne discuti, ammesso che tu faccia politica?“
F. “Ne discuto volentieri con i compagni della Val di Susa“
R. “Sei stato in val di Susa?“
F. “Ero lì a luglio“
R. “A fare la guerra“
F. “Si. E vi do una notizia. Non è finita“
La Procura della Repubblica competente (credo che sia quella di Roma) deve accertare l’identità di questo fantomatico “F.”. I giornalisti devono provare che le sue affermazioni hanno basi fondate. L’articolo collega gruppi terroristici con la protesta legittima dei valsusini contro un’opera devastante per il territorio, che costerà 22 miliardi di euro pagati dalle nostre tasse, che finirà tra vent’anni per trasportare merci in costante diminuzione. I treni attuali che transitano in Val di Susa sono pieni solo al 50/60%. Gli anarco insurrezionalisti in Val di Susa sono studenti, agricoltori, anziani, preti e sindaci. A quando la retata, caro Ingegnere?
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