Roberto Formigoni è la vergine di ferro battuto della politica italiana. Alterna l’espressione di un chierichetto abusato a quella di un farfallone amoroso in camicia a fiorelloni. Non è dato sapere nulla della sua vita privata, men che meno di quella sessuale. Non si sa neppure dove abita. Il tribunale di Milano non riuscì a trovare il suo indirizzo per notificargli un avviso per occupazione abusiva della presidenza della Regione Lombardia. Ha conosciuto Don Verzè in tenera età e da allora lo ha seguito come “un ragazzo segue l’aquilone“. Al fallimento dell’ospedale San Raffaele rispose: “Non sapevo del buco“. E sul carteggio avuto con don Verzè nel quale emergeva il buco di 35 miliardi disse “Quelle lettere sono state giudicate penalmente irrilevanti“. Pensava fossero lettere d’amore. E’ un santo laico, un anacoreta, uno stilita che vive sopra a un palo della luce e che non dà peso alle cose terrene. Se 4 membri su 5 della presidenza del consiglio della Lombardia sono indagati, lui è “totalmente estraneo a questa cosa. Rimango in attesa: vedremo che succederà“. Come gli capita spesso, Formigoni usa un linguaggio religioso, infatti si avvicina la Pasqua e forse vuol comunicarci che sarà lui l’Agnello di CL che verrà servito in tavola per lavare le tangenti nel mondo. Si fida soprattutto degli amici e delle loro aziende. Sull’acquisto di prestazioni sanitarie della Regione dal San Raffaele e dagli altri ospedali privati ha ribadito che la Regione “Non ha nessun dovere di andare a verificare se l’azienda con cui ha un rapporto (di fornitura, ndr), stia facendo debiti o meno“. Meglio affidare l’incarico alla Guardia di Finanza. Si piace molto, anche se soffre la concorrenza di Belen. Su un risarcimento per un libro che danneggiava la sua immagine l’ha citata, la lingua batte dove il dente duole, “Chiederò le royalties attraverso i miei legali. Non valgo meno di Belen da questo punto di vista“. E’ in competizione per la successione a Berlusconi da più di un decennio, ma ha trovato sulla sua strada delle outsider come la Carfagna, la Brambilla e Ruby. Forse, anche per questo, si è opposto all’introduzione della pillola RU486 in Lombardia, una sottile vendetta, accompagnata da una spiegazione da gesuita integralista “Non è amichevole verso le donne“. Cementificatore implacabile, distruttore del bosco di Gioia a Milano e produttore di smog senza tregua, per cui ha ricevuto un avviso di garanzia, si riscatta inaugurando ospedali. Requiescat in pacem Formichionem!
Comments are closed.