di Beppe Grillo – C’è un mito del nostro tempo che ci dice che ciò che è piccolo deve rimanere tale, che non può emergere, contrapporsi, insomma che deve rassegnarsi ad essere dominato. Perché ciò che è piccolo rimane dove è sempre stato, già l’accezione del termine “piccolo” rimanda a qualcosa che non cresce, che non cambia mai.
Quante fantomatiche teorie abbiamo sentito a riguardo?
Bene, l’Estonia è un piccolo paese del Nord Europa, vicino alla Russia. La sua capitale è Tallinn e sebbene sia la più antica delle capitali baltiche, è al tempo stesso uno dei paesi tecnologicamente più avanzati al mondo. L’informatica è al centro della vita del cittadino, soprattutto nel rapporto tra il cittadino e lo Stato.
L’Europa pensa di avere una risposta alla grande sfida lanciata dalla società post-industriale. L’e-government. Ma cosa è l’e-government? Si può tradurre in governo digitale. E’ un principio di trasparenza, vicinanza, apertura totale, ma soprattutto riguarda una semplice rivoluzione di mentalità. L’Estonia è di gran lunga il primo stato nell’UE nel settore dell’e-government e ha il tasso pro capite di start-up più elevato al mondo. Tutto ciò che riguarda la pubblica amministrazione, la burocrazia, il rapporto con le incombenze statali è ridotto al minimo. Ed in questo caso è proprio vero, visto che un cittadino estone è obbligato a frequentare i pubblici uffici in sole 3 circostanze: quando si sposa; quando si divorzia; quando si acquista una casa. Questi sono gli unici atti che non possono essere svolti in modo digitale.
Blockchain è l’infrastruttura che ha permesso questo grande numero di servizi. L’identitá e la firma digitale permettono alle imprese di nascere e gestire le proprie pratiche rapidamente. Con la residenza virtuale (e-Residency) un’impresa o un cittadino straniero può facilmente far partire un’attivitá e pagare tributi come un qualsiasi altro cittadino. I cittadini possono fruire di uffici di protocollo, certificazione dei documenti, pubblici registri, catasto e gestire i propri dati personali secondo modalitá più rapide, certe e sicure.
Come è successo questo miracolo?
Il segreto di questo successo è la carta d’identità. Il documento che ogni estone possiede è al tempo stesso un documento per l’espatrio, una patente di guida, una carta di debito, una tessera sanitaria, un abbonamento ferroviario, e molto altro ancora.
Avete presente cosa dovete fare in Italia se avete bisogno del rinnovo di un farmaco che prendete abitualmente?
Se in Estonia avete necessità del rinnovo di una ricetta medica, mandate una mail con il proprio dottore, conoscendovi e avendovi già fatto le analisi, carica la prescrizione sulla carta d’identità via Internet.
Il paziente potrà ordinare la medicina dal computer o recarsi in farmacia dove il farmacista scaricherà la ricetta direttamente dal microprocessore della e-ID Card. Ogni mese si risparmiano 300 metri di carta, una pila alta quanto la Tour Eiffel!
La rivoluzione digitale permette agli estoni di dichiarare i propri redditi in cinque minuti; di firmare elettronicamente decine di documenti ogni settimana e persino di votare dal divano di casa. Fantastico!
Il risparmio è pari al 2% del prodotto interno lordo nazionale.
Ma questo non è il punto fondamentale. Si potrebbe pensare che il percorso per arrivare fin qui sia stato lungo e pieno di leggi oppure che sia merito della tecnologia. Non è così.
L’80% del successo di questa strategia dipende dai cambiamenti politici e manageriali. Solo il 20% è imputabile alla tecnologia. Il cambiamento è iniziato con una legge del 2007, la Once Only Law (più o meno traducibile con “la legge tutto in uno”). Questa legge è cosi semplice, da essere geniale. Come tutte le cose che cambiano il mondo. “Lo Stato non può chiedere a un cittadino un documento di cui l’amministrazione pubblica locale o centrale è già in possesso, o che esso stesso ha emesso”.
Perché è cosi importante questa legge? Quale è il vero punto della questione?
Il fatto è che, come succede in Italia, le burocrazie non vogliono mettere in comune le loro informazioni. Considerano i dati una fonte di potere. Se Ministeri, Inps, agenzia delle entrate, assicurazioni, ecc, mettessero insieme i dati che hanno a disposizione risolverebbero una quantità di problemi enormi. Senza contare lo spreco di carta e di tempo cui ci obbligano.
Per quanto riguarda la sicurezza, potremmo risolvere gran parte dei problemi istruendo i cittadini. La maggior parte dei problemi della sicurezza e della privacy digitale è da imputare alla stupidità umana. Ad oggi il 50% degli utenti non ha password sicure, ma password che riesce a ricordare (Per questo si scelgono le date di nascita o i nomi dei propri cari, o ancora, sequenze numeriche banali).
Poi si potrebbe obiettare che la tecnologia estromette i miei coetanei, gli anziani (!). Il governo estone ha deciso di organizzare, dal 2000, corsi di informatica per l’intera popolazione. Due giorni di teoria e pratica totalmente gratuiti per bambini, adulti e anziani. Potrebbe sembrare un investimento enorme, ma cosi lo Stato Estone risparmia il 2% di Pil.
Il fatto più importante è che l’Estonia vuole promuovere il libero flusso dei dati quale quinta libertà nell’Unione. E’ una cosa bellissima. Penso che alla nascita ogni cittadino debba ricevere una mail e il diritto ad accedere al web. Penso che Internet dovrebbe essere gratuito. Ad oggi rappresenta la linea di demarcazione, il Rubicone tra la conoscenza e la disinformazione, tra l’inclusione e l’esclusione sociale.