Energia elettrica totalmente green, a impatto zero e per ben 250 milioni di persone. Sembra un sogno, ma invece è il gigantesco progetto che ha come idea di fondo una banalità.
Il deserto del Sahara è una distesa di nulla, per lo più disabitato ed inutilizzato, che tra l’altro non fa che espandersi, ma che ha una capacità produttiva di 10 mila megawatt. Una enormità. E si tratta solo dell’inizio.
Trasformare il deserto in energia è l’ambizioso programma lanciato ufficialmente a Dakar, con il sostegno della Banca di sviluppo africana, che ha sbloccato un finanziamento di più di 9,6 miliardi di euro a favore della produzione di energia rinnovabile.
Il maestoso progetto coinvolge 11 paesi africano e si affianca a quello della Grande Muraglia Verde già in fase di realizzazione. L’idea di fondo è quella di trasformare l’energia solare disponibile nelle aree desertiche in corrente elettrica. Questa energia sarebbe destinata all’inizio a 250 milioni di persone non connesse sui 400 milioni residenti in questa estesa zona frontaliera col Sahara.
Ma in futuro i numeri potrebbero essere maggiori e di molto.
L’energia erogata dal deserto sarà destinata ai consumi domestici, alle attività agricole, di pastorizia e industriali. Attività che rappresentano le principali fonti di reddito delle famiglie in Burkina Faso, Gibuti, Eritrea, Etiopia, Mali, Mauritania, Niger, Nigeria, Senegal, Sudan e Ciad.
Incredibilmente, anche con tutti i problemi che affliggono il continente, l’Africa è in prima linea in materia di clima e di ambiente.
Sul piano operativo il programma in questione verrà lanciato in Senegal, situato a sud della Great Green Belt. Nel paese verranno costruite nuove centrali solari a Bokhol e Malicounda per un rifornimento delle popolazioni, soprattutto rurali, in energia sostenibile. In Senegal e nelle altre nazioni coinvolte sono previsti interventi tecnici per integrare il solare alla rete di energia domestica, assicurare lo stoccaggio ma anche creare scuole di formazione in modo da sviluppare competenze in questo settore di attività.
Secondo le ultime stime diffuse dalla Banca Mondiale il mese scorso, gli effetti del cambiamento climatico in atto nelle tre regioni più densamente popolate al mondo, tra cui l’Africa subsahariana, provocheranno entro il 2050 migrazioni interne di 143 milioni di persone.