
L’umanità sta lasciando un’impronta indelebile sulla Terra, non solo attraverso il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, ma anche con un nuovo tipo di fossili: i tecnofossili. Secondo un’analisi pubblicata su The Guardian, due esperti dell’Università di Leicester, la paleontologa Sarah Gabbott e il geologo Jan Zalasiewicz, hanno esplorato quali manufatti umani sopravvivranno per milioni di anni nei registri geologici. Il loro studio, raccolto nel libro “Discarded”, suggerisce che plastica, cemento, lattine di alluminio, ossa di polli d’allevamento e vestiti sintetici saranno i simboli più duraturi della nostra epoca.
Il termine tecnofossile è stato coniato dal professor Jan Zalasiewicz, ed è diventato un concetto chiave negli studi sull’Antropocene. Il termine si riferisce ai manufatti umani destinati a fossilizzarsi nel tempo, creando un’impronta artificiale nei futuri strati geologici.
Zalasiewicz e Gabbott spiegano nel loro libro “Discarded” che materiali come plastica, cemento, vetro e metalli lavorati hanno un’elevata probabilità di resistere alla degradazione naturale e di lasciare una firma indelebile nel registro geologico. Secondo i ricercatori, questi oggetti rappresenteranno la prova più tangibile della presenza umana sulla Terra e potrebbero persistere per milioni di anni.
I principali tecnofossili dell’Antropocene
L’Antropocene, la possibile nuova epoca geologica dominata dagli esseri umani, si distingue per l’impatto senza precedenti della nostra specie sul pianeta. Tra i reperti più probabili che gli scienziati del futuro troveranno, emergono sei grandi categorie di tecnofossili.
1. Plastica: il segnale globale dell’umanità
La plastica è ovunque. Grazie alla sua incredibile resistenza e alla produzione su scala massiva, si diffonde in ogni angolo del mondo, dagli oceani ai deserti, fino agli strati più profondi dei sedimenti. Secondo la professoressa Sarah Gabbott, le civiltà future troveranno plastica ovunque scavino, lasciando una firma distintiva della nostra era. Questo materiale impiega centinaia, se non migliaia, di anni per degradarsi, garantendo così la sua presenza nei registri geologici futuri.
2. Lattine di alluminio e contenitori di fast food
Gli imballaggi alimentari, in particolare le lattine di alluminio per le bevande, rappresentano un altro elemento chiave della nostra eredità geologica. A differenza dei metalli naturali, l’alluminio è altamente lavorato e puro, caratteristiche che ne faciliteranno la conservazione nei sedimenti. Nel tempo, piccoli depositi di minerali argillosi cresceranno nello spazio lasciato dalle lattine disgregate, creando un nuovo tipo di fossile artificiale.
3. Ossa di polli da allevamento: l’uccello più abbondante della storia
Le ossa degli animali si fossilizzano facilmente, e i polli da allevamento moderno non faranno eccezione. Attualmente, ci sono circa 25 miliardi di polli vivi nel mondo, il che li rende probabilmente l’uccello più abbondante della storia. Tuttavia, a differenza dei loro antenati selvatici, i polli da carne sono stati selezionati per crescere rapidamente e raggiungere dimensioni considerevoli, il che rende le loro ossa più fragili. Nonostante ciò, il loro numero enorme assicurerà che molte si preservino nei registri geologici, diventando una delle tracce più riconoscibili dell’Antropocene.
4. Abbigliamento sintetico: una nuova stratificazione tessile
Per millenni, gli esseri umani hanno prodotto indumenti con materiali naturali come lana, cotone e lino, facilmente degradabili. Oggi, la crescita della popolazione globale e la diffusione della fast fashion hanno reso predominanti i tessuti sintetici, spesso non biodegradabili. Produciamo circa 100 miliardi di capi di abbigliamento ogni anno, il doppio rispetto a vent’anni fa. Molti di questi finiscono nei fiumi, negli oceani e nelle discariche, che funzionano come gigantesche tombe di mummificazione per i tessuti sintetici.
5. Cemento: la roccia dell’era moderna
Il cemento è il tecnofossile più solido e diffuso. Ogni anno viene prodotto abbastanza cemento da assegnarne quattro tonnellate a ogni persona sulla Terra, contribuendo a una riserva globale di circa 500 miliardi di tonnellate. Le città che affondano, come New Orleans, sono candidate ideali alla fossilizzazione, poiché saranno sepolte sotto i sedimenti. Secondo Gabbott e Zalasiewicz, queste città potrebbero diventare i più grandi fossili dell’umanità.
6. Tracce umane e cicatrici sotterranee
Oltre agli oggetti fisici, anche le attività umane stanno lasciando segni indelebili sulla geologia terrestre. Tra questi:
- Pozzi di petrolio e gas: oltre 50 milioni di chilometri di perforazioni, che attraversano gli strati geologici della Terra.
- Test nucleari: circa 1.500 test sotterranei, che hanno creato grotte di roccia fusa e cicatrici radioattive permanenti.
- Sostanze chimiche eterne: il PTFE (Teflon) e altri composti industriali, indistruttibili per milioni di anni.
L’umanità sta costruendo un’eredità geologica senza precedenti. La nostra impronta nel registro fossile non sarà solo fatta di monumenti e opere d’arte, ma anche di rifiuti e scorie industriali. Secondo Gabbott e Zalasiewicz, la quantità di materiali che stiamo producendo è “fuori scala”, e molte delle sostanze che oggi diamo per scontate persisteranno sulla Terra per milioni di anni.
Siamo ancora in tempo per ridurre questa eredità fossile. Tuttavia, come affermano i due scienziati: “Ne hai bisogno? Hai davvero bisogno di comprarne di più?”