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Sono una vittima di stalking politico. Mi perseguitano con telefonate, ansa, appelli all’unità, manifestazioni. Non sanno che è un reato grave, che li denuncerò alla Carfagna, la legge me lo consente. Lo stalking politico è peggio di quello sessuale, più insistente, subdolo. La persecuzione avviene con comunicazioni verbali e scritte, appostamenti ed intrusioni nella mia vita privata ogni giorno. Lo stalker, conoscendo la mia bontà d’animo, cerca di generare in me sensi di colpa se perde le elezioni, se i suoi elettori lo abbandonano, se vince Berlusconi e persino se rifiuto un’intervista.
Lo stalker politico (o giornalistico) si suddivide come lo stalker sessuale in categorie ben precise e io, modestamente, le ho tutte:
“Stalker risentito“, caratterizzato da rancori per traumi ricevuti a suo avviso ingiustamente (tipicamente un intellettuale di sinistra o un giornalista mandato affanculo). Questo tipo di stalker non si rimette più dalla delusione e continua a parlare di me con chiunque gli capiti a tiro nei giornali, nelle radio e in televisione. Di solito mi paragona a Hitler e a Mussolini. Stalker con la barba.
“Stalker bisognoso d’affetto“, desideroso di convertire a relazione sentimentale un ordinario rapporto della quotidianità; insiste e fa pressione nella convinzione che prima o poi io, oggetto delle sue attenzioni, mi convinca. Uno stalker che vuole una relazione stabile, un ménage in una casa comune, tutta una vita insieme, ma io sono già sposato. Stalker da comunicati ossessivi.
“Stalker corteggiatore incompetente“, che opera stalking di breve durata, risulta opprimente ed invadente principalmente per “ignoranza” delle modalità relazionali, dunque arreca un fastidio preterintenzionale. Stalker “mordi e fuggi“, dotato di grande intensità di corteggiamento fino al raggiungimento dell’obiettivo, come può essere un posto da consigliere o da presidente di Regione. Uno stalker da sveltina che ti vuole sempre fottere alla bisogna.
“Stalker respinto“, rifiutato dalla vittima, caratterizzato dal voler contemporaneamente vendicarsi dell’affronto costituito dal rifiuto ed insieme riprovare ad allestire una relazione con la vittima stessa. Stalker che rielabora il lutto del rifiuto con alternative politiche senza domani. Passa da una relazione a un’altra per dimenticarmi.
“Stalker predatore“, il cui obiettivo è di natura essenzialmente elettorale, trae eccitazione dal riferire le sue mire a vittime che può rendere oggetto di insulti e di diffamazione nei telegiornali per spaventarne gli elettori; è una tipologia spesso riguardante pedofili, corruttori e servi. Uno stalker che non si tira indietro di fronte a nulla, neppure a falsi attentati o a lesioni che si auto infligge in pubblico o a denunce paranoiche nei miei confronti
Cari stalker, il mondo è grande, Beppe Grillo e il MoVimento 5 Stelle hanno una relazione esclusiva con i cittadini e sono loro fedeli. Non insistete. Fatevene una ragione.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.