da il Fatto Quotidiano di oggi 28 maggio 2015
“A Milano hanno ricominciato ad abbattere alberi. Dieci anni fa, nell’era Albertini, hanno mozzato alla base un bosco fitto di piante, il famoso bosco di Gioia, nel quartiere Isola, quindi altre piante, alcune centenarie, in vari rioni della città.
Per quale ragione? Semplice, bisognava sgomberare lo spazio per allestire grandi cantieri, per tirar su alcuni grattacieli e, in altri casi, per costruire parcheggi. Eravamo sotto Natale e migliaia di cittadini manifestavano affinché fossero salvati quei pioppi, faggi, platani e olmi che da secoli ornavano le piazze e i viali della città.
Uno degli attivisti era salito in cima a un enorme faggio e ci si era legato per impedire che gli operai del Comune lo abbattessero. Un rappresentante del consiglio comunale arrivò per convincere alla ragione l’arrampicatore: “Scendi, altrimenti saremo costretti a tirarlo giù con te sopra! E poi, di che ti preoccupi, il Comune ha già dichiarato che tutti gli alberi abbattuti verranno ripiantati“.
“Davvero pensate di poter far ricrescere lo stesso albero centenario mozzato? Smettete di raccontare frottole, non ci caschiamo più“.
VIDEO Prima vittoria del M5S contro labbattimento degli alberi di Milano
E tu guarda, anche oggi, gli incaricati del Comune, dando l’appalto a imprese specializzate, hanno intenzione di far strage di una vera e propria foresta di grandi piante, ma stavolta è per il bene della comunità, infatti il progetto in atto è quello della Quarta Metropolitana, che partirà da Lorenteggio e finirà a Linate. E come si fa a scavare sotto il livello stradale se non impianti cantieri? E più è grande il cantiere, più il lavoro è grande e maggiore è il ricavo! Quindi giù gli alberi, dateci spazio! E poi si sa: quando sotto si scavano gallerie, una pianta che ci sta sopra, che fa? La terra trema a ogni passaggio di convoglio sottostante, l’albero danza vibrando e poi cade addosso ai cittadini.
Non si può farne a meno. Sacrificare è una legge civile, a difesa del progresso e della sicurezza degli abitanti e degli operai. E poi cos’è ‘sta mania del verde cittadino? È solo decorazione e abbellimento ma con la crisi in ballo non si vive di bellezza paesaggistica. La soluzione è creare lavoro e mobilità.
Gli amministratori rassicurano ognuno: “Sì, abbatteremo una cosa come 600 alberi ma li ripianteremo tutti. Dove? Non si sa!”
E uno spiritoso ha esclamato: “Ma è risaputo dove verranno ripiantati, in Piazza del Duomo!”
Tanto per cominciare, ad ogni modo, l’altro ieri i segatori del Comune dalle parti di Viale Argonne. Tutto un sottosopra di montagne di terra. Ruspe in azione alle sette del mattino. Qualche albero abbattuto e subito fatto sparire. Si teme per gli altri numerosissimi alberi centenari del viale. In corso Plebisciti, un paio di mesi fa, una trentina e più di alberi abbattuti, sdraiati lungo la strada come fucilati. In Piazza Frattini da poco, con un colpo di mano, hanno abbattuto circa 25 alberi secolari. Ne restano tre sparuti.
Una folla di cittadini si è riversata indignata intorno a quel massacro e ha preteso da un dirigente incaricato d’essere informata sulle altre piante che il Comune intende abbattere, eccovele: Piazza Bolivar da abbattere 29, da trapiantare, non si sa dove, 7; Lorenteggio da abbattere 109, da trapiantare 28; Via Foppa da abbattere 55, da trapiantare 25; Piazzale Susa da abbattere 63, da trapiantare 11 e così di seguito per altre dieci località diverse.
“Quindi fatevi in là!“. Ma ahimé stavolta i cittadini sono davvero decisi a impedire quello scempio e ce l’hanno fatta: con la loro protesta sono riusciti a bloccare il progetto degli ammazza-alberi. Da oggi le ruspe e le motoseghe si sono fermate ma attenti, conosciamo la tecnica, fra poco ci sono le elezioni e, appena la popolazione si distrarrà un attimo, all’alba si sentiranno di nuovo grinfare le seghe a motore. Ci potete giurare!” Dario Fo