Il reddito di cittadinanza contro povertà e sfiducia. Dieci milioni di italiani sono sotto la soglia di povertà. La UE stessa ci ha chiesto (da tempo) di introdurre il reddito di cittadinanza che in Europa è assente solo in Grecia, Ungheria e Italia.
I nuovi dati dell’osservatorio socio-economico ixè fotografano la stagnazione dell’economia italiana ai livelli più bassi raggiunti in questi anni di crisi. L’indagine si basa su interviste sulla percezione rispetto alla ripresa dell’economia, al reddito familiare, al risparmio e alla sicurezza del posto di lavoro.
“La ripresa dell’economia e l’ottimismo di famiglie e imprese esiste solo nelle favole di Renzi e dei suoi ministri.
Entriamo nel dettaglio.
Al 12 marzo 2015 il 64% degli italiani vede la ripresa ancora lontana e il 9% crede che non ci sarà. La grande maggioranza è molto sfiduciata sull’azione del Governo Renzi (73%), mentre gli ottimisti scendono di un punto percentuale rispetto al luglio 2014 (da 25% a 24%).
Per il risparmio aumentano di ben 11 punti percentuali gli intervistati di un nucleo familiare che non sta risparmiando: dal 51% del luglio 2014 al 61% di oggi. La memorabile uscita di Renzi (“Gli italiani si stanno arricchendo“) è una barzelletta ogni giorno di più.
Aumentano coloro che sono preoccupati per la perdita del proprio lavoro o di un famigliare. Il Jobs Act spaventa gli italiani. Ad oggi il 47% teme di rimanere senza occupazione nel giro di sei mesi.
Le conclusioni più interessanti, però, si traggono dalla percezione degli italiani riguardo al reddito familiare. Diminuiscono nettamente le famiglie che grazie ai redditi percepiti riescono a vivere “serenamente e senza particolari affanni” (dal 41% del luglio 2014 al 32% del marzo 2015), mentre aumentano le famiglie che riescono a “pagare appena le spese” (dal 41% al 52%). Questo significa che la classe media sta scomparendo, erosa dall’austerità, dalla pressione fiscale e dalla repressione salariale. Ma a (non) sorprendere è il dato sulle famiglie più ricche. Crescono infatti di un punto (dal 3% al 4%) i nuclei che hanno la fortuna di “vivere agiatamente” e si possono anche “concedere dei lussi”.
Impoverimento generale e redistribuzione al contrario sono le facce della stessa medaglia neoliberista.
Il tutto inserito in un contesto di povertà dilagante e in crescita.
Secondo i dati Istat per il 2013 i poveri assoluti sono sei milioni, ovvero il 10% della popolazione, mentre tra assoluti e relativi si raggiunge il vertice impressionante dei 10 milioni (16,6% della popolazione).
È evidente che disoccupazione, povertà, sfiducia, crisi e stagnazione si alimentano a vicenda. Serve una politica economica espansiva con provvedimenti che permettano al ciclo di invertirsi grazie all’aumento della liquidità familiare (non bancaria, vero Draghi?). Della ripresa dei consumi gioverebbero immediatamente sia le imprese che i lavoratori in cerca di impiego.
Il reddito di cittadinanza proposto con serietà, coerenza e coperture finanziarie dal M5S è la chiave di volta di questa drammatica situazione. Si tratta di un vero piano di lavoro e di diritti sociali. 780 euro al mese garantiti a chi non raggiunge una soglia minima di sopravvivenza, che aumentano in base al numero di componenti familiari secondo un criterio di progressività.
Il M5S vuole inaugurare al più presto l’era del reddito di cittadinanza, per ridare dignità agli italiani e per rilanciare la spesa, e quindi la produzione industriale, attraverso i consumi”.
M5s Senato