Se non ci fossero i poveri non esisterebbero nemmeno i ricchi. “Sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco, al cardinale…”.
“Caro Grillo, intanto grazie per i due giorni che mi hai regalato a Cesena: ma quando mi sarei potuto mai sognare di dormire in una roulotte al centro di un ippodromo in una atmosfera di festa?! Guardando “annozero” mi è rimasta una sensazione negativa che continua a pesarmi; mi riferisco a Della Valle in risposta alla polemica sui ricchi che è giusto siano ricchi se hanno lavorato una vita (come se un altro lavoratore qualsiasi non lavorasse) e che usare società offshore è normale per una impresa se resta nella legalità (come se un lavoratore dipendente potesse farlo se ne ha bisogno per vivere), e concludeva questo bel discorso con toni pacati e paterni dicendo che le imprese, i grandi facoltosi, dovrebbero spendere parte della loro ricchezza per il territorio dove vivono e producono con opere per la società e finanziando cultura e sviluppo. Proprio questa conclusione buttata li come se fosse un dono e la soluzione, detta col tono del saggio, che mi ha fatto incupire e mi ha lasciato l’amaro in bocca: IO NON VOGLIO ELEMOSINE, IO NON VOGLIO IL RITORNO AL MECENATISMO, IO NON DEVO RINGRAZIARE UN RICCO CHE PERCHE’ RICCO SI PERMETTE DI REGALARE BENESSERE!! Avrei voluto dirgli a Della Valle che la sua beneficenza spocchiosa se la mettesse in quel posto, avrei voluto dire all’imprenditore Della Valle che non si può diventare ricchi a oltranza e a dispetto di tutti, avrei voluto dirgli che se servono i soldi per fare una discarica e non un buco, i soldi li prendo a chi li ha senza aspettare che, bontà sua, me li regali, avrei voluto dire che scopo di uno Stato è gestire le ricchezze dei cittadini per il bene comune e non secondo i gusti e le preferenze del donatore e che non c’è ragione al mondo a giustificazione dei ricchi sempre più ricchi e dei poveri sempre più poveri se non nell’avidità umana”. Giuseppe M.
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