Nel cuore di Manila, tra le strade affollate di ristoranti, fastfood e mercati, una pratica risponde a una necessità acuta: il PagPag. Una parola filippina che significa “ripulire” e che si riferisce al recupero del cibo gettato nella spazzatura per trasformarlo in pasti nutrienti. In un mondo dove circa un terzo del cibo prodotto viene sprecato, come rivelano le stime della Fao per il 2024, il PagPag non è solo una questione di sopravvivenza, ma anche un atto di resistenza contro le ingiustizie sociali.
Secondo le ultime stime, nel 2024, circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate globalmente ogni anno, un dato allarmante che rappresenta il 30% della produzione alimentare mondiale. Questo spreco non solo ha un impatto economico devastante, con perdite stimate in circa 940 miliardi di dollari, ma contribuisce anche significativamente alle emissioni di gas serra, con il 8-10% di queste emissioni provenienti dalla decomposizione del cibo nei rifiuti.
In un contesto come quello delle Filippine, dove la povertà è una realtà per milioni di persone, il PagPag rappresenta una soluzione pragmatica a una crisi alimentare che affligge molti. A Manila, gli abitanti delle baraccopoli setacciano i mercati e i ristoranti in cerca di avanzi. Ciò che per alcuni è solo spazzatura diventa, per altri, una fonte vitale di sostentamento.
Il processo del PagPag inizia con la raccolta di cibo scartato, che viene accuratamente selezionato e ripulito. I praticanti di questa arte, spesso famiglie in difficoltà, riescono a trasformare avanzi di carne, verdure e riso in piatti sostanziosi. Nonostante le preoccupazioni relative alla sicurezza alimentare e alla qualità del cibo recuperato, molti sostengono che, con le giuste precauzioni, il PagPag possa essere una valida alternativa.
I pasti preparati con il PagPag diventano momenti di socializzazione e comunità. Le cucine delle famiglie si riempiono di risate e conversazioni, mentre i membri si uniscono per condividere non solo il cibo, ma anche esperienze e storie di vita. Questo aspetto comunitario del PagPag è fondamentale, poiché offre non solo nutrimento fisico, ma anche un senso di appartenenza e sostegno reciproco. Tuttavia, il PagPag non è esente da controversie. Mentre rappresenta una forma di resilienza, mette in luce anche le ineguaglianze strutturali che affliggono la società. Molti critici sottolineano che la necessità di pratiche come il PagPag è un riflesso di un sistema economico che non riesce a garantire dignità e sicurezza alimentare per tutti. In questo contesto, il recupero del cibo non è solo un atto di sopravvivenza, ma anche un campanello d’allarme sulle politiche alimentari globali. Le Filippine, come molti altri paesi in via di sviluppo, affrontano una sfida duplice: da un lato, la necessità di affrontare la povertà e, dall’altro, l’urgenza di ridurre lo spreco alimentare.
La pratica del PagPag a Manila ci offre una lezione cruciale: il nostro rapporto con il cibo deve evolversi. I dati globali sullo spreco alimentare ci dicono che è tempo di adottare strategie più efficaci per affrontare questa crisi. Le iniziative per la riduzione degli sprechi alimentari, l’educazione e la sensibilizzazione, così come le politiche di donazione del cibo, sono essenziali per un cambiamento significativo.
La comunità internazionale deve lavorare insieme per promuovere una cultura del rispetto e della valorizzazione del cibo. Ogni anno, mentre miliardi di persone lottano contro la fame, è inaccettabile che milioni di tonnellate di cibo vengano sprecate. Il PagPag non è solo un metodo di sopravvivenza per molti a Manila; è un simbolo di resilienza e “creatività”. Mentre ci troviamo di fronte a una crisi alimentare globale e a un crescente spreco, è imperativo riflettere su come valorizziamo il cibo e sulla dignità di coloro che lottano per nutrirsi. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e azioni concrete possiamo sperare di costruire un futuro in cui il cibo non venga mai più sprecato e dove ogni individuo abbia accesso a un pasto caldo e nutriente.