L’intervento integrale di Dario Fo alla notte dell’Onestà
“Sarò sincero. Scusate, trovo inutile che noi si faccia giravolte di linguaggio per non ferire eccessivamente il nostro senso di patria e orgoglio civico. Guardiamoci bene in faccia, prendiamo un profondo sospiro e diciamocelo schiettamente: noi siamo un popolo di ladri. Fermi! Ho sbagliato la forma. Secondo le statistiche il numero di furti da noi in negozi, banche, nelle cassette per le elemosine nelle chiese è a un livello del tutto accettabile, anzi, siamo a una media che ci classifica come popolo di furfanti moderati. Ma è nella rapina contro i beni pubblici che siamo a livelli inimmaginabili. Levasione fiscale, per esempio, è di 180 miliardi di euro lanno. Ma attenti! Chi concorre con maggior slancio a questa cifra? Quasi esclusivamente il 10% della popolazione: industriali, grandi manager, banchieri, ecc. Insomma, i grandi abbienti. Il restante 90% – è incredibile paga le tasse. Lavora e paga le tasse. Ma poi ecco laggiunta degli scandali.
A Venezia, città degli innamorati, qualche mese fa è scoppiato lo scandalo Mose. Cosè successo? Tanto per cominciare ci sono stati 35 arresti, fra cui il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni e la richiesta darresto per lex-governatore Giancarlo Galan. Un miliardo di euro è stato bruciato in tangenti e consulenze e la finanza ha sequestrato beni per circa 40 milioni di euro. Il gip di Venezia, Alberto Scaramuzza, ha dichiarato che gli indagati avrebbero asservito totalmente lufficio pubblico che avrebbero dovuto tutelare, agli interessi del gruppo economico criminale, lucrando una serie impressionate di benefici personali di svariato genere, e il procuratore aggiunto di Venezia, Nordio, ha detto che il giro di mazzette è stato più complesso e sofisticato di Tangentopoli. Che grande popolo che siamo, riusciamo sempre a superare noi stessi!
Ma spostiamoci a Milano, dove un altro grande scandalo, quello dellExpo, è stato definito dal Financial Times analogo a quello che aveva abbattuto il potere politico italiano nei primi anni 90. Come a Venezia, anche in questo caso si sono trovati coinvolti nellinchiesta politici sia di destra che di sinistra. Anche nella corruzione, si sa, va rispettata la par condicio! Si è parlato addirittura di una cupola criminale che si spartiva bellamente gli appalti per la costruzione degli impianti per lesposizione universale del 2015. E volete sapere a quanti anni di carcere sono stati condannati i protagonisti di questa immensa ruberia di Stato? Ebbene, la pena massima è stata di tre anni e quattro mesi! Cioè a dire che sono stati liberati immediatamente.
Non parliamo poi delle infiltrazioni mafiose presenti da anni ormai in Lombardia e in tutto il Nord Italia. Pensate che nel novembre scorso la Direzione distrettuale antimafia di Milano ha arrestato nel corso di una sola operazione ben quaranta persone coinvolte negli affari della criminalità organizzata.
Ma per il gran finale eccoci a Roma, dove circa due mesi fa è esploso lo scandalo detto di Mafia Capitale. Salve a voi, romani! Giulio Cesare.
La polizia, con loperazione Mondo di mezzo, ha arrestato 37 persone per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa dasta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio di denaro e altri reati. Dio, che città stracolma di fantasia!
Insomma, ci troviamo di fronte a una vera e propria orgia di scandali e ruberie, con assessori, consiglieri, faccendieri, sindaci e funzionari in genere che fanno a gara per aggiudicarsi la palma di ladro migliore dItalia, dove la concorrenza, si sa, è spietata.
Ma scusate, fermiamoci un attimo. Non trovate che questa sia una coincidenza a dir poco curiosa? Esplode uno scandalo di tangenti e corruzione che sembra far vacillare i potenti e tutta la casta al completo, e immediatamente ecco che sempre in Italia ne scoppia un altro dello stesso livello se non ancora più stupefacente. Sembra quasi fatto apposta perché la gente si scordi dei vari scandali grazie allesplosione immediata di altri scandali sempre più gravi e spudorati che allistante attraggono lattenzione del pubblico, di modo che tutto si perda in un grido generale di al ladro, al ladro! che ormai non è più rivolto contro qualcuno in particolare, è generico, così che alla fine in galera non ci va nessuno.
È la stessa tecnica che usano i borsaioli sugli autobus e sui tram. Non ve ne siete accorti? Qualè questa tecnica? Semplice. Un ladro ruba un portafoglio, il derubato se ne accorge e allistante si mette a gridare: Il portafoglio, qualcuno mi ha rubato il portafoglio!. Tutti si guardano intorno per cercare di individuare il malfattore, ma ecco che una signora urla improvvisamente: Aiuto! La mia borsetta, mi hanno portato via la borsetta!. E un altro: La mia valigetta! Era piena di mazzette! No questo non dovevo dirlo…. Si aprono le portiere e tutti si mettono a gridare: Eccolo là! È quello il ladro! No, è quello lì! Prendetelo, arrestatelo, chiamate la polizia, al ladroooooo!.
E così tutto viene distrutto dalla messa in scena, dalla rappresentazione, come dire dal teatro. Le situazioni si susseguono con un ritmo tale che non si riesce a stargli dietro, ogni truffalderia viene assorbita, dimenticata. E dietro a queste vere e proprie operazioni pubblicitarie, non dimentichiamolo, cè sempre il governo, che con maneggi vari e manovre sottobanco, riesce a far passare sotto silenzio le situazioni che rischierebbero di metterlo in imbarazzo. Salta fuori nel testo di una legge una postilla infilata allultimo momento che stranamente sembra fatta apposta per risolvere i problemi di un certo condannato alla galera per frode fiscale che così potrebbe di nuovo tornare in politica? Ed ecco che allimmediata il presidente del consiglio gridò: Niente paura, è tutto regolare, ce lho messa io! È mia la manina. Ah beh, allora è tutta unaltra cosa! Abbiamo un presidente manina! Evviva la manina! Manina dItalia, lItalia sè desta, dellelmo di Scipio sè cinta la testa, dovè la vittoria? Le porga la chioma, che schiava di Silvio Iddio la creò.” Dario Fo