di Roberto Mancin – Il controllo di dispositivi tramite segnali elettrici del cervello non è una cosa nuova. Diversi prototipi sono stati mostrati nel corso degli anni ma esperimenti, basati su tecnologie BCI (Brain Computer Interface), realizzati a Padova e a Ferrara, indicano che anche bambini senza cerebropatie di almeno 8 anni possono pilotare robot o altri dispositivi con la mente.
I ricercatori del laboratorio Intelligent Autonomous Systems, del dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’Università di Padova, già nel 2019 avevano coinvolto 5 bambini tra 8 e 12 anni in un test molto particolare: controllare un robot col pensiero.
I cinque piccoli hanno così indossato un caschetto con elettrodi, per digitalizzare i segnali elettrici del cervello e, grazie ad un software che elabora i segnali, sono stati capaci di trasformare il tutto in comandi per un robot di telepresenza.
Ma come funziona? Il particolare caschetto ha diversi elettrodi e si poggia sul capo, questo digitalizza i segnali elettrici del cervello. Poi un apposito programma elabora i dati e questo consente di stabilire quale area del cervello è stata attivata. A seconda dell’area attivata corrisponde un comando particolare.
I bimbi vengono messi davanti a un monitor con quattro scelte, di solito quattro comandi come avanti, indietro, destra e sinistra. Quando lampeggia il comando voluto, il cervello del bambino genera un’onda facilmente riconoscibile.
Come abbiamo detto la cosa non è nuova (anni fa ne parlavo e testavo la tecnologia nei teatri) ma finora la scienza aveva testato solo gli adulti. Far partecipare i bambini ad esperimenti non è facile, sia dal punto di vista burocratico che da quello neurologico. Infatti il cervello dei bambini è ancora poco conosciuto, e non era scontato che il test riuscisse.
Nel mese di Novembre 2019, grazie ad un finanziamento di alcuni club Rotary di Padova è partita la sperimentazione clinica presso l’Università di Ferrara. Giusto in tempo per raccogliere un po’ di dati prima del blocco che ha colpito tutti. Ecco il link dell’articolo scientifico successivo allo studio.
Ci sono bambini paralizzati totalmente, per sempre o solo temporaneamente. Questi bimbi non possono muovere nemmeno gli occhi, ma le loro capacità cognitive sono intatte.
Attualmente è possibile e relativamente economico per un bambino di almeno 8 anni, passeggiare per le vie di Padova o altra attrazione turistica (musei, piazze, chiese…) guidando il proprio corpo di cortesia con la mente da casa propria (per approfondire qui).
L’8 giugno 2022 siamo nuovamente usciti dai laboratori universitari per permettere a Monica (nome di fantasia) un’alunna di una scuola di Padova di 12 anni, che in novembre è stata molti giorni in quarantena e che anche oggi non è uscita di casa, di girare liberamente per conoscere alcuni lavori del famoso artista Kenny Random. Per motivi tecnici e logistici il robot utilizzato non era Pepper, ma Bazinga: un robot molto più leggero ed economico e per pilotare il robot la giovane pilota non ha usato tecnologie BCI ma un normale joystick. Giulia Sbrignadello, storica dell’arte specializzata in arte contemporanea, ha potuto parlare direttamente con lei e rispondere alle domande, coinvolgendola come in una normale visita guidata.
L’evento ha suscitato la curiosità dei passanti e in poco tempo, grazie alla spontaneità dei bambini, l’avatar robotico guidato da Monica si è trasformato in vero e proprio compagno di giochi, tanto che è stato preso per mano, abbracciato e salutato dai presenti.
Non si tratta quindi di un semplice documentario da guardare in TV, ma di un’occasione unica per far partecipare persone costrette a restare a casa per impossibilità momentanee o permanenti ad eventi collettivi, come una visita guidata, senza rinunciare all’interazione sociale. Monica infatti, poteva parlare in tempo reale con l’insegnante e con i compagni presenti, spostandosi liberamente nell’ambiente circostante.
Tutto è stato filmato e fotografato per portare l’iniziativa all’attenzione dei media in modo tale che un domani l’impiego di corpi robotici di cortesia per attività simili diventi la normalità e alla portata di tutti.
Ecco alcuni video della visita: Video 1 – Video 2)
L’AUTORE
Roberto Mancin, Informatico Pediatrico. Responsabile dello sviluppo di sistemi e tecnologie informatiche innovative presso il Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Università degli Studi di Padova. Si è sempre occupato di Robotica e Inclusione Scolastica; da qualche anno gestisce, in collaborazione con pediatri, studenti ed infermieri i robot sociali in uso presso la Pediatria di Padova. (https://www.facebook.com/roberto.mancin)