Gianroberto Casaleggio ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Di seguito il testo integrale.
Renzi ha detto «porte aperte al M5s. Ma se vogliono perder tempo si accomodino altrove». Siete sempre disponibili al dialogo su Rai e reddito di cittadinanza?
«Il M5S non vuole assolutamente perdere tempo. Anzi. Abbiamo insistito molto affinché il nostro ddl sul reddito di cittadinanza venisse incardinato quanto prima in commissione e ora speriamo che al più presto arrivi anche in aula. Le leggi si discutono in Parlamento, non a trattativa privata con Renzi o con chiunque altro. LItalia è ancora una repubblica parlamentare fino a prova contraria».
Ma siete disposti a discutere in Aula?
«Il Pd propone aperture, ma è il M5S che da sempre è disponibile al confronto parlamentare con tutte le forze politiche sulle sue proposte e soprattutto sul reddito di cittadinanza ed è aperto ad accogliere miglioramenti, il M5S è disponibile a votare proposte dei partiti in Parlamento se rispecchiano il suo programma o se ritenute dalla parte dei cittadini, mentre Renzi procede a colpi di fiducia stroncando qualsiasi discussione nel merito. Ritengo che il tempo lo abbia perso lItalia durante questo ultimo anno di governo Renzi in cui tutti i parametri economici sono peggiorati, dalla disoccupazione al Pil».
Filippo Taddei, responsabile economia e lavoro del Pd, ha criticato il vostro progetto sul reddito di cittadinanza: parla di «proposta abbozzata» e punta lindice sulle coperture.
«Tutto è migliorabile, aspettiamo le proposte migliorative di Taddei per discuterle in totale trasparenza in Commissione o in Aula. Il reddito di cittadinanza è il salvagente per i poveri in Italia che purtroppo non sono più una percentuale trascurabile (Il 14% degli italiani non riesce a permettersi un pasto proteico ogni due giorni) e un modo anche per far ripartire la domanda interna per aiutare le nostre imprese e i nostri negozianti (nel 2014 hanno chiuso 260 aziende al giorno)».
Famiglia cristiana invece ha apprezzato lidea del reddito e anche larga parte della sinistra, minoranza pd compresa, ha ribadito le convergenze. Possibile avere i numeri in Aula?
«Credo che togliere dalla disperazione e dalla povertà milioni di poveri sia un obbligo morale e non è neppure qualcosa di nuovo. Il reddito di cittadinanza esiste nella maggior parte dei Paesi civili e in Europa solo Grecia e Ungheria non ne dispongono. È una battaglia di civiltà in cui le appartenenze politiche devono scomparire».
Cè anche chi prefigura una deriva assistenziale per il reddito di cittadinanza.
«Chi rifiuta per tre volte un lavoro lo perde e chi ha un reddito sufficiente per vivere non lo prenderà. È un problema di controlli e di onestà».
Insistete molto su questa misura, cosa comporterebbe per lei a livello politico un eventuale fallimento?
«Mi dispiacerebbe a livello umano e sociale, non politico. Vedere le file di famiglie alla Caritas per un pasto aumentare giorno per giorno o anziani rovistare nei rifiuti dei mercati generali per qualche avanzo di verdura o di frutta fa stringere il cuore».
Lei è da sempre molto attento al mondo imprenditoriale. Che effetti crede avrà sulleconomia?
«Positivi, chi ha un reddito lo usa e le imprese dovrebbero averne dei vantaggi. Leconomia italiana si basa sulle piccole e medie imprese, per questo è dalle Pmi che noi vogliamo far ripartire leconomia italiana. Leffetto immediato che avranno le Pmi sarà la domanda interna. In questi giorni inoltre per le Pmi è stato attivato anche il fondo del microcredito5stelle.it per tutte le aziende che chiedono finanziamenti. Ogni azienda può far richiesta fino a 25 mila euro. Questo progetto labbiamo creato tagliando gli stipendi dei nostri parlamentari. Inoltre il problema però non è solo sociale, ma anche politico».
Cioè?
«Dove sono scomparsi gli ammortizzatori sociali, di solito si è imposta lultradestra, a partire dal nazismo. In Grecia se fallirà Tsipras, verrà Alba Dorata. È questo che vogliamo?».
Sulla Rai invece un dialogo con il Pd sembra nutrire maggiori speranze. Avete preclusioni su qualche modello di governance?
«Il modello deve comunque scindere nettamente la politica dallinformazione, quindi nessuna ingerenza da parte dei partiti e neppure dal governo. La Bbc può rappresentare un punto di riferimento».
Si parla di un summit nei prossimi giorni, il premier invece ha detto di voler affrontare il tema nel prossimo consiglio dei ministri…
«Non mi risulta nessun summit e comunque, come ho già detto, si discute in Parlamento».
Grillo ha ipotizzato un ruolo più defilato per voi nel Movimento. Sarà così?
«Prima o poi succederà, per ora non è previsto».
Ci sono scelte nella storia del Movimento che lei non ripeterebbe?
«No».
Grillo ha fatto autocritica sui divieti tv e messo in discussione le piazze. È daccordo?
«Non mi sembra che Grillo abbia fatto autocritica sui divieti tv, anzi ha sottolineato che è inutile la presenza nei talk show, nei pollai, ma che invece è importante partecipare alle (poche) trasmissioni di informazione per esporre con il tempo necessario le nostre proposte».
A dicembre è stato nominato il direttorio e il comitato dappello. In futuro ci saranno altre novità organizzative?
«Sarà lanciato Rousseau, un sistema operativo online per la gestione della maggior parte delle problematiche del M5S e più in generale dei movimenti politici».
E sui candidati per le Regionali cosa mi dice?
«Visto che i media tendono a ignorare totalmente la nostra presenza nonostante siamo stati i primi a identificare i candidati, vorrei ricordarli io: da Valeria Ciarambino (in Campania, ndr) a Alice Salvatore (Liguria), da Giovanni Maggi (Marche) a Giacomo Giannarelli (Toscana), per finire con Antonella Laricchia (Puglia), Laura Alunni (Umbria) e Jacopo Berti (Veneto)».
Un ex M5S, Lorenzo Battista, ha invitato gli altri ex al Senato a dar vita a un gruppo autonomo e ad entrare nel governo. Che ne pensa?
«Ne risponderà agli elettori».