di David John Chalmers – Cosa è la coscienza? Sebbene ogni giorno abbiamo a che fare con essa, non è cosi semplice da spiegare. Sentiamo questo argomento così da vicino perché è come chiederci: cos’è ognuno di noi, cosa siamo noi, cos’è ciascuno di noi, cosa sono io e cosa sei tu.
Tutti noi siamo fatti da circa 100 trilioni di cellule. Un numero immenso, ma nessuna di queste cellule è cosciente, nessuna sa chi sei, a nessuna le importa. Però in qualche modo quando mettiamo insieme questo esercito di cellule succede qualcosa. Il risultato siamo noi con le nostre idee, i nostri pensieri, i nostri ricordi, le nostre storie. In qualche modo tutto il contenuto della consapevolezza viene compiuto dall’attività dei nostri neuroni. Com’è possibile?
Proprio adesso nella nostra testa viene proiettato un film. Abbiamo una visione 3D e un audio surround di quello che stiamo vedendo e ascoltando proprio adesso. C’è un odore, un gusto e un tatto. Abbiamo sensazioni, dolore, fame, avete emozioni, rabbia e gioia. Abbiamo ricordi, come le immagini della nostra infanzia che vengono riprodotte davanti a voi. Inoltre c’è una continua voce narrante fuori campo nel flusso dei nostri pensieri coscienti. Questo film è il nostro flusso di coscienza, il soggetto dell’esperienza della mente e del mondo.
La coscienza è uno dei fatti fondamentali dell’esistenza dell’uomo. Se non fossimo coscienti, nulla nelle nostre vite avrebbe un significato o un valore. Allo stesso tempo, è il fenomeno più misterioso dell’universo.
Alcuni sostengono che capire la coscienza sia impossibile. Questa posizione ha influenzato gran parte del ventesimo secolo. Psicologi e neuroscienziati hanno studiato il comportamento oggettivamente e nessuno ha mai nemmeno nominato la coscienza. Circa vent’anni dopo, c’è stata una vera esplosione. La tecnologia ha permesso di capire le correlazioni tra certe aree del cervello e certi stati della coscienza. Tuttavia oggi sappiamo che certe aree del cervello si attivano con certe esperienze coscienti, ma non sappiamo perché lo fanno.
Oggi ci sono due idee folli che ritengo promettenti per spiegare finalmente la coscienza.
La prima idea folle è che la coscienza stessa sia qualcosa di fondamentale, un mattone fondamentale della natura. Come le leggi fondamentali che governano la natura: spazio, tempo, massa, processi fisici.
La seconda idea folle è che la coscienza possa essere universale. Cioè che ogni sistema ha un certo grado di coscienza. Ogni sistema è cosciente, non solo gli esseri umani, i cani, topi, le mosche, ma anche i microbi, le particelle elementari. Anche un fotone ha un suo certo grado di coscienza. L’idea non è che il fotone sia intelligente o pensante.
Non è che il fotone sia distrutto dalla paura perché pensa “Oddio, me ne vado di continuo in giro alla velocità della luce. Non ho mai la possibilità di rallentare per annusare le rose.” Non succede nulla del genere. L’idea è che i fotoni potrebbero avere una qualche tipo percezione grezza, un qualche precursore primitivo della coscienza.
Potrà sembrarvi un po’ stravagante, una follia, ma se la coscienza è un fondamentale come lo spazio, il tempo e la massa, è naturale supporre che potrebbe essere universale così come lo sono loro. Vale anche la pena notare che benché l’idea ci sembri illogica è molto meno illogica per alcune culture dove la mente umana è vista di più come un continuo con la natura.
Questa visione ci può aiutare ad integrare la coscienza con il mondo fisico. Anche i fisici e i filosofi hanno spesso osservato che la fisica è curiosamente astratta. Descrive la struttura della realtà usando un sacco di equazioni ma non ci parla veramente della realtà che c’è sotto.
Questo punto di vista ha il potenziale di trasformare il nostro rapporto con la natura, e potrebbe avere qualche importante ripercussione sociale ed etica. Molti pensano che non possano mangiare nulla che fosse cosciente, come i vegetariani.
È naturale anche farsi domande sulla coscienza in altri sistemi, come nei computer.
Nel film “Her”, Samantha è un’intelligenza artificiale di cui il protagonista si innamora.
Che dire del sistema di intelligenza artificiale che nel film “Her” si chiama Samantha? È cosciente? Se sostenete il punto di vista informativo panpsichista, lei ha certamente un modo complicato di elaborare le informazioni e di integrarle così la risposta è verosimilmente che sì, lei ha una coscienza. Se questo è vero, solleva però alcuni seri problemi etici che riguardano sia l’etica dello sviluppo di sistemi computerizzati intelligenti che l’etica del disattivarli.
Capisco che questa visione è radicale e non so se è corretta. In realtà sono molto più sicuro della prima idea folle, cioè che la coscienza è un fondamentale, piuttosto che della seconda, che è universale. Non possiamo aspettarci di risolvere queste domande da un giorno all’altro. Ma penso che comprendere la coscienza sia la vera chiave sia per comprendere l’universo che per comprendere noi stessi. Si deve solo scegliere la giusta idea folle.
Tratto dal Ted di David Chalmers del 2014
Tradotto da Debora Serrentino
Revisione di Anna Cristina Minoli
L’AUTORE
David John Chalmers è un filosofo australiano, appartenente all’area analitica, particolarmente attivo nell’ambito della filosofia della mente. Il suo lavoro è incentrato soprattutto sul problema della coscienza. Laureatosi in matematica all’Università di Adelaide in Australia, prosegue i suoi studi in varie università degli Stati Uniti d’America, sino ad assumere il ruolo di Direttore del Center for Consciousness dell’Università dell’Arizona. Dal 2004 dirige il Centre For Consciousness presso l’Università Nazionale Australiana.