di Matteo Gracis – Giovedì è stata annunciata la nascita di un nuovo intergruppo parlamentare, che ha già raccolto oltre 50 adesioni in poche ore. L’obiettivo primario è quello di ottenere la calendarizzazione della discussione sulla legge di iniziativa popolare per la legalizzazione presentata nel 2016 (supportata da 60mila firme) e l’avvio di un dibattito parlamentare sul tema.
Si tratta di una pianta. Una pianta che cresce in natura, a qualsiasi latitudine. Una pianta amica dell’uomo fin dalle nostre origini. L’abbiamo usata come medicina dal 2.700 a.C. e poi come carta, come combustibile, come tessuto e alimento.
Poi l’abbiamo bandita, improvvisamente: ci è stato detto perché faceva male. La verità è che rappresentava un nemico scomodo per l’industria del petrolio e le case farmaceutiche.
Ora c’è chi la sta riscoprendo, con incredibili benefici sociali ed economici. Si, perché la Canapa è anche bio-plastica, bio-edilizia, energia verde e pulita. La Canapa è occupazione (negli Stati Uniti d’America in questo momento rappresenta l’industria che crea più nuovi posti di lavoro in assoluto). Una risorsa preziosa per noi e per l’ambiente.
Canapa, cannabis, erba, marijuana, ganja: tanti nomi per la stessa pianta. Esatto, è sempre Lei. Nomi che ne distinguono semplicemente i diversi utilizzi. Ma nessuno di questi deve farci paura, perché non ce né motivo.
A livello ricreativo o ludico è sufficiente non abusarne, ovvero utilizzarla eventualmente con responsabilità e consapevolezza (come qualsiasi sostanza che decidiamo di assumere, acqua compresa). Ma chiarito questo aspetto e spiegato soprattutto agli adolescenti (con apposite campagne di sensibilizzazione, come ad esempio stanno facendo molti stati americani), non c’è alcun motivo logico per continuare a osteggiarla.
Ora si può fare. Cosa ne dite, liberiamo la Canapa?
L’AUTORE
Matteo Gracis – Direttore editoriale di Dolce Vita magazine. Editore e giornalista indipendente. Si occupa di stili di vita alternativi e cultura della canapa da oltre 15 anni. Viaggiatore seriale. http://www.unastoriaincredibile.it/