Quel che fa paura in questa Italia balcanizzata non è il default del Paese, le mafie, la disoccupazione, ma la banalità del male. La sua quotidianità, il senso di leggerezza di fronte all’abisso delle coscienze. Le tragedie sono ridotte a routine, non provocano più sorpresa, né angoscia o repulsione. Sono favole nere, medioevali che ci vengono raccontate a tavola, la sera, mentre ceniamo con i familiari. Echi di orrori trasformati in notizie. Un club di mostri che fanno da sfondo alle nostre giornate e di cui non ci curiamo perché appartengono alla categoria dell’ovvio, come le previsioni del tempo o l’andamento della Borsa. Il male si è involgarito, è scomparso il male di una volta, figlio dell’odio, nutrito dalla vendetta o partorito dalla follia. Anche il diavolo, se esiste, si è svalutato. Lo si compra a prezzo di saldo, malvagità discount.
Il valore di una vita è di 1250 euro, quelli offerti ai due delinquenti coinvolti nell’omicidio di una signora, Marina Patriti, madre di tre figli. Sequestrata dall’ex amante del marito, drogata, costretta a scrivere una lettera d’addio, uccisa con un sacchetto di plastica intorno al collo in cantina e sepolta sotto un piccolo marciapiede di cemento davanti al garage di casa trasformato in lapide. Il delitto è avvenuto a Bruino, nella provincia piemontese, non in Cecenia o in Afghanistan. Per compierlo l’assassina ha chiesto un prestito per piccole spese ai suoceri della vittima. Un particolare importante. L’omicidio è avvenuto grazie a un prestito senza interessi, sulla fiducia come avviene, talvolta, tra persone che si aiutano a vicenda.
La normalità del male lo rende invisibile come l’aria che respiriamo. Praticabile da tutti, anche senza capitali propri. E’ un piccolo o grande investimento. L’economia del male è alla portata di ogni tasca, il male è diventato democratico. Chiunque si può permettere un killer incensurato e sognare traguardi sociali altrimenti proibiti.
Marina era una vittima predestinata, minuta, facile da uccidere come un cerbiatto. Ho visto la sua fotografia e mi sono vergognato di vivere in una società dove queste atrocità, sono pensabili, possibili, retribuite con quattro denari.
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