di Beppe Grillo – Le sardine sono un movimento igienico-sanitario. Sono come tennisti vestiti di bianco che sfidano una squadra di rugbisti fangosi, volgari, incattiviti (con tutto il rispetto per i veri rugbisti gentiluomini). Le sardine non reclamano altro che l’igiene della parola. Reclamano una convalescenza vigorosa dalla attuale malattia delle lingue e delle menti che fa sembrare certe espressioni pubbliche un vociare roco di hooligan pronti al balzo, oppure un minacciare gradasso di un capobanda.
Anche noi in passato abbiamo un po’ esagerato. Ma ora non lo facciamo più. E le nostre esuberanze erano un raffreddore rispetto alla peste che osteggiano le sardine.
Giovani, puliti, entusiasti, grandiosi ma modesti. Senza odiare, vogliono solo dignità. Non per loro, ma per gli Italiani. Non chiedetegli di più. Le rimproverano perché “non hanno un progetto”, non si presentano alle elezioni, non affrontano le diseguaglianze economiche, non protestano contro i responsabili del cambiamento climatico.
Non chiediamogli di essere quello che non sono. Le sardine sono solo un commando dell’ufficio d’igiene per ristabilire la salute pubblica. Non chiediamo a un infermiere di progettare una cattedrale.
Eppure le cattedrali servono. Ma oggi nessun partito riesce a progettare nemmeno una chiesa da campo. Nessuno formula un progetto di società per cinquant’anni. Nel vuoto di inventiva dei partiti e degli intellettuali, è comprensibile che appena c’è qualcosa che si muove e che somiglia a un movimento, tutti gli chiedano tutto.
Lasciamole in pace. Sardine, continuate a disinfettare.