Netflix in 10 anni ha costruito un impero su un nuovo modo di guardare la televisione e il cinema. Ha aperto la strada al modello di abbonamento on-demand e al modello dello streaming di contenuti su Internet. Ha introdotto la prassi di rilasciare intere stagioni in un colpo solo.
Ma ora sta per cambiare tutto e il 2019 sarà l’anno di entrata di tutte le grandi compagnie di comunicazione. Nei prossimi 12 mesi in tanti sfideranno la supremazia di Netflix. Infatti Disney, Warner e Apple stanno entrando nel mercato dello streaming.
L’ascesa di Netflix e dello streaming in generale, sembrano aver colto di sorpresa gran parte dell’industria dell’intrattenimento. Nel 2010, Brian Roberts, CEO di Comcast (la società che supervisiona NBC) vedeva Netflix come un valore aggiunto al grande catalogo di contenuti NBC.
A quel tempo Netflix comprava i contenuti dai grandi di Hollywood, ma era consapevole che un modello di business basato sulla concessione di licenze per la distribuzione di contenuti di altre società, sarebbe presto diventato rischioso. Era necessario diventare un produttore di contenuti e doveva farlo alla svelta, prima che i grandi studios si rendessero conto della situazione.
Nel 2013 Netflix ha iniziato ha pubblicare i suoi contenuti originali interamente on line e alla fine del 2018 aveva speso oltre 12 miliardi di dollari in contenuti, solo nell’ultimo anno. In tutto il mondo, l’azienda ha prodotto, o acquistato in esclusiva, circa 700 diversi programmi televisivi e centinaia di film. E il ritmo non sta rallentando, anche dopo l’arrivo a gamba tesa di Amazon Prime del colosso di Jeff Bezos, diventata una vera e propria casa di produzione cinematografica, l’azienda pompa miliardi in più per produrre di tutto, da reality TV a film in lizza per gli Oscar.
Ora però Disney entra in scena. Nel 2016, la Disney ha investito un miliardo di dollari in una società di streaming denominata BAMTech. È stato il primo passo dell’azienda nel mondo dello streaming. Nei due anni successivi ha speso oltre 50 miliardi per acquisire l’intero catalogo della 20th Century Fox. Nel 2018 è stato rivelato Disney +, sarà un nuovo enorme catalogo di tutti i tip, dai film animati Disney, a contenuti vecchi e nuovi degli universi Marvel e Star Wars. Si stima che al momento del lancio avrà oltre 7.000 episodi di TV e 500 film, con una vasta gamma di contenuti originali all’orizzonte, tra cui Marvel, Pixar e Star Wars.
E qui arriva Apple. Apple ha iniziato a gettare le basi per i propri contenuti originali nel 2016. La società, con un budget annuale iniziale di produzione di circa 1 miliardo, ha svalato produzioni imminenti, da una serie drammatica comica con Reese Witherspoon e Jennifer Aniston, a serie originali di Damien Chazelle e M. Night Shyamalan. Ad oggi non è chiaro esattamente come Apple distribuirà i suoi contenuti originali, ma si dice che cercherà di offrire molti contenuti gratuitamente ai proprietari di dispositivi Apple.
Ma si sta muovendo un altro colosso. WarnerMedia è un altro grande servizio di streaming che apparirà nel 2019. Questo aggregherà decenni di contenuti cinematografici di Warner Bros, inclusi franchise come Harry Potter e i film di DC, i contenuti della HBO e della Cartoon Network.
Last but not least! per ultimo, ma non meno importante, è il ruolo dei social. Sono questi i concorrenti più pericolosi per i colossi delle produzioni tv: Facebook Watch, CBS All Access e soprattutto YouTube Premium. Quest’ultima sta producendo programmi TV originali e serie TV per far abbonare persone ai propri servizi e addirittura ai singoli canali.
Ma arriviamo ai contenuti: molti proprietari di contenuti e distributori continuano a vedere i video come risorse discrete. Vedono un video come un oggetto immutabile, come un libro, ospitato in una biblioteca pronta per essere vista. Ma non è il futuro. In futuro il video potrebbe divenire una forma di dati, un flusso che può essere manipolato per adattarsi al contesto in cui viene consegnato: il dispositivo, la posizione o il singolo utente. Il miglior esempio di questo oggi è Amazon, il gigante del retail e dello streaming non vede il video come un oggetto, ma piuttosto è una parte di un pool di dati più grande che fornisce loro dettagli sull’utente; dettagli che possono utilizzare per personalizzare l’esperienza di video e commercio. Cosa succede quando guardi un video su Amazon Prime? I prodotti consigliati cambiano. Gli annunci cambiano. L’esperienza di Amazon si sposta per riflettere i gusti dell’utente nei film.
Lo streaming è senza dubbio il futuro della distribuzione dell’intrattenimento e la personalizzazione l’altro grande protagonista, ma affinchè la personalizzazione abbia un impatto, deve considerare più flussi di dati video (ad esempio, da diversi fornitori). Nel futuro della televisione, i consumatori potrebbero non spostarsi da un fornitore di contenuti all’altro (e magari nemmeno cambiare le sorgenti di input).
Il futuro della televisione non è lontano anni luce, è proprio qui davanti a noi. Esperienze personalizzate, interattive e coinvolgenti sono già in fase di implementazione. È solo questione di riunirli tutti sotto un unico tetto ma ancora non è chiaro chi sarà il primo a creare l’esperienza televisiva del futuro, ma potete scommettere che arriverà prima di domani.