Fininvest ha perso la causa per diffamazione contro di me per la pubblicazione di un mio articolo su ‘Internazionale’ nel gennaio 2004, in cui era accusata di fondi neri e falso in bilancio. Devo dire che non sono contento. Non lo sono perchè la giustizia italiana ha perso tempo per niente, lho perso io, il mio avvocato. Le cause di diffamazione di grandi aziende contro privati sono nel migliore dei casi intimidazione. Intasano i nostri tribunali. Mettono a tacere le voci scomode. Ho un paio di proposte: condoniamo tutte le diffamazioni in attesa di giudizio. E depenalizziamo il reato di diffamazione. Un giudice di pace e una multa possono bastare con le scuse pubbliche del diffamatore.
Fininvest però non si rassegna (troppi avvocati) e ha citato un dirigente della Banca dItalia per danni morali. Un suo amico mi ha inviato questa lettera.
Desidero rivolgermi a te per un appello di solidarietà che riguarda una persona, mio caro amico da sempre, Francesco Giuffrida.
Per chi non lo ricorda, dirò che Francesco Giuffrida è il coraggioso dirigente della Banca d’Italia (Vice-direttore a Palermo) che su richiesta e incarico della Procura della Repubblica di Palermo ha condotto una accurata e scrupolosa perizia tecnica sui flussi di capitali diretti alla Fininvest, per il processo a Marcello Dell’Utri.
Per questo suo lavoro Francesco dovrà comparire in giudizio il 12 ottobre, citato dalla Fininvest per presunti danni morali. La citazione è arrivata alla vigilia del processo d’appello per Dell’Utri, e in corrispondenza con un altro incarico attribuito, sempre a Francesco, questa volta dalla Procura di Roma, che evidentemente lo ritiene un tecnico assai affidabile, per indagare sui movimenti di capitali legati alla vicenda di Roberto Calvi. “Sembra una minaccia, un modo per zittirlo e intimorirlo al processo” ha dichiarato in giugno un magistrato al giornalista del Corriere Cavallaro. Non solo: la citazione comporta il concreto rischio che tutta la tutta la sua attività di esperto, e le perizie che gli sono state affidate, vengano delegittimate.
Francesco Giuffrida dovrà andare a difendersi di fronte ad un uomo che è stato condannato per mafia, solo per aver fatto il suo lavoro e per averlo fatto bene, e dovrà farlo da solo, visto che nemmeno la Banca d’Italia, ovviamente a conoscenza della sua collaborazione con il tribunale, si è mossa per un ‘azione di sostegno, o per tutelarlo in sede di giudizio.
Perchè questo appello? per rompere il silenzio e la solitudine che lo circondano (solo Felice Cavallaro ha scritto un articolo sul Corriere, e un’altro è uscito sulla Repubblica, entrambi in giugno, poi più nessuna informazione), contro il pericolo che questo isolamento, quasi omertoso, può comportare per Francesco e la sua famiglia.
Per questo chiedo a chi leggerà questa lettera di non lasciare solo Francesco e dare il giusto risalto a comportamenti di integrità, rigore personale e coraggio che meritano di essere conosciuti e portati ad esempio. Giuseppe G.