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La ‘ndrangheta padrona di Milano – Barbacetto e Milosa

beppegrillo.it - Settembre 15, 2011
La ‘ndragheta padrona di Milano
(07:00)

La ’ndrangheta è l’organizzazione criminale più presente a Milano, ma a Milano ci sono anche gruppi di camorra, gruppi della Stidda, gruppi di Cosa Nostra, non ci facciamo mancare niente.
Un magistrato di Reggio Calabria che conosce bene la ‘ndrangheta, Nicola Gratteri ha dichiarato che almeno 13 politici milanesi hanno ricevuto i voti dalla ‘ndrangheta, noi questi 13 nomi li facciamo tutti, anzi ne facciamo molti di più. La ‘ndrangheta è riuscita a mettere le mani sulla città grazie ai forti rapporti che ha saputo costruire con la politica e grazie al fatto che la politica a Milano è debole, non ha saputo elevare barriere.
Gianni Barbacetto

Intervista a Gianni Barbacetto e Davide Milosa, autori di “Le mani sulla città” :

La Milano debole (espandi | comprimi)
Sono Gianni Barbacetto, giornalista, lavoro a Il Fatto Quotidiano, con Davide Milosa ho scritto “Le mani sulla città” come gli uomini della ‘ndrangheta vivono tra noi e hanno conquistato Milano.
Nel libro si racconta come la ‘ndrangheta abbia messo le mani su questa città,partendo da un grosso business che è quello della cocaina, ma sviluppando molti altri business da quello dell’edilizia, del movimento terra soprattutto, l’intromissione dei grandi appalti, la conquista del mondo della notte, le discoteche, i parcheggi, i baracchini, turni dei panini, modi anche per controllare il territorio di questa città. Si parlano, fanno affari, vanno a cena insieme, si scambiano promesse, voti in cambio di appalti, questa è la realtà non soltanto della Sicilia, Calabria o della Campania, ma della capitale, ex capitale morale d’Italia, Milano, qui nell’area forse più ricca d’Europa. Rapporti con la politica, rapporti con l’impresa, ci sono decine e decine di imprenditori che hanno fatto affari con la ‘ndrangheta, che hanno preferito al rischioso metodo del libero mercato quello di mettersi insieme ai boss e grazie al potere dei boss, avere appalti sicuri, lavori sicuri, guadagni sicuri.
Se la ‘ndrangheta è così radicata a Milano, è perché il terreno politico, il terreno imprenditoriale, evidentemente era molto fertile.Sono Davide Milosa, sono un giornalista de Il Fatto Quotidiano e da sempre mi occupo di cronaca giudiziaria e cronaca nera per quanto riguarda la criminalità organizzata. L’edilizia a Milano è un grande affare per la ‘ndrangheta, certamente anche in questo momento, di grande crisi, il comparto più gettonato da parte delle cosche, resta il campo immobiliare, non a caso le ultime grandi inchieste hanno raccontato e ci hanno raccontato come i boss, i padrini calabresi utilizzino lo strumento delle società immobiliari per riciclare denaro e proprio perché i padrini della ‘ndrangheta hanno tanto denaro. Per capire quanto denaro hanno le cosche Morabito che hanno operato all’ortomercato, basta semplicemente mettere insieme un paio di cifre, perché il volano di tutto resta sempre il traffico di droga

La ‘ndragheta notturna (espandi | comprimi)
Per capire quanto denaro hanno le cosche Morabito che hanno operato all’ortomercato, basta semplicemente mettere insieme un paio di cifre, perché il volano di tutto resta sempre il traffico di droga. I calabresi, i trafficanti della ‘ndrangheta a Milano sono in grado di acquistare un chilo di cocaina in sud America a 2.000 Euro, questo chilo di cocaina in Italia viene venduto a 44 mila Euro, quindi con una enorme forbice di guadagno. Tutto questo denaro deve essere reinvestito e nonostante la crisi il denaro alla ‘ndrangheta non manca e uno dei campi per la ‘ndrangheta è certamente l’edilizia. A Milano in realtà il valore del mattone non si sta svalutando più di tanto, basta pensare che la Milano che si avvicina all’Expo, a Milano sono aperti oltre 2.000 cantieri tra pubblici e privati, quindi a Milano si continua a costruire e certamente buona parte, questa nuova speculazione edilizia rientra nelle tasche dei riciclatori della ‘ndrangheta. Un altro campo importante in cui le cosche investono è quello della notte, quello della cosiddetta movida milanese, l’abbiamo visto nelle ultime inchieste padrini molto importanti legati alle cosche più importanti di Reggio Calabria come i De Stefano, negli ultimi anni hanno investito nei locali più importanti di Milano dall’Hollywood a tutti i locali che si trovano in Piazza Diaz a 100 metri da Piazza Duomo, a tutto il quartiere Isola, buona parte di questi locali sono riferibili se non direttamente alle cosche, attraverso i loro prestanomi. Tutto questo ci fa pensare che in realtà il futuro della ‘ndrangheta a Milano è ancora abbastanza “roseo” nel senso che Milano, la Lombardia rispetto alla Calabria o alla Sicilia è ancora molto arretrata per quanto riguarda la lotta alla criminalità organizzata, è arretrata sul fronte politico e della consapevolezza che hanno i politici della presenza della ‘ndrangheta a Milano, è arretrata dal punto di vista dell’impresa, se noi abbiamo Confindustria in Sicilia che sale sulle barricate e caccia gli imprenditori sospettati di collusione con la criminalità organizzata, Assolombarda in questi anni non ha preso un’iniziativa e anzi le ultime inchieste ci hanno raccontato come gli imprenditori non sono solo vittime del potere criminale, ma spesso utilizzano questo potere criminale per guadagnare. Delle due l’una o vi è un risveglio non tanto della società civile, ma quanto della politica che prenda consapevolezza e coscienza della presenza della criminalità organizzata e della ‘ndrangheta a Milano e Lombardia, oppure saremo destinati a leggere, rileggere storie e inchieste giudiziarie che ci racconteranno l’evoluzione della presenza della ‘ndrangheta a Milano. La gestione dei locali serve anche a controllare il territorio, abbiamo visto che da un lato il controllo societario dei locali, dall’altro il controllo per quanto riguarda la sicurezza, dall’altro anche il controllo dei baracchini che fuori dai locali più importanti vendono i panini e tutto questo mette insieme non solo un grande giro d’affari per quanto riguarda la ‘ndrangheta, ma anche il controllo del territorio, la possibilità di gestire persone su quel territorio.

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