La colpa è tutta della lettera della Bce inviata dal presidente Jean Claude Trichet e da Mario Draghi al governo italiano. Misure mai prese in 150 anni di Storia italiana sono state “decretate” in 48 ore per una missiva di cui ufficialmente non si sa nulla.
Boss(ol)i ha detto “Temo che la lettera sia stata fatta a Roma, temo che ci sia un tentativo di far saltare il governo“. Bersani è di parere opposto “Quella lettera l’hanno scritta loro, Lega e Pdl, che hanno governato otto degli ultimi dieci anni compresi gli ultimi tre. Il senso di quella lettera se lo son cercato loro, inutile che vadano a cercar complotti“. I giornalisti arrivano sempre prima sulle notizie, anche se poi difficilmente le danno. Il Corriere, che deve essere nell’indirizzo di posta dell’Eurotower, ha spiegato per filo e per segno il contenuto della lettera, dai tagli, alle tasse al mercato del lavoro, con una minaccia finale: “Se l’Italia disattende il merito della lettera, può scordarsi l’aiuto della Bce per i titoli di debito del Tesoro“. Di Pietro ha tuonato “Se Bossi ha la lettera della Bce ha il dovere di depositarla in Parlamento e renderla pubblica, altrimenti viola il principio di confidenzialità“. Insomma Boss(ol)i ha scritto la lettera, l’ha attribuita a qualcuno “de Roma” e poi l’ha pure nascosta, ma prima l’ha passata a De Bortoli. Diavolo di un padre di avanotto. Boss(ol)i deve avere qualche problema di sdoppiamento della personalità, infatti ha aggiunto in merito alle richieste della lettera scritte per mandare a casa il governo “Noi ci eravamo già mossi prima della Bce“. Ha poi passato la parola a Tremorti: “Giulio, parla tu“, che ha risposto “Non parlo!“… “sconfitto tornavo a giocar con la mente i suoi tarli e la sera al telefono tu mi chiedevi a Gemonio: “Perché non parli?””
La confidenzialità della lettera è stata difesa da Gianni Letta, non a caso responsabile per il governo dei servizi segreti “La lettera della Bce è strettamente confidenziale e chi la riceve non può diffonderla“. Si, ma almeno si può sapere chi l’ha ricevuta questa lettera? Nessuno vuole parlare. Ci sono anche tentativi di giustificare l’omertà. Tremorti, ormai commercialista prestato alla Settimana Enigmistica (con tutto il rispetto per il glorioso settimanale) ha detto “Di prassi, è chi manda la lettera che la diffonde“. Frase che fa il paio con “E’ l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende“. Dove sarà ora questa lettera? La lettera rubata di Poe, cercata ovunque, era sempre rimasta lì, in bella vista, sul caminetto. La lettera della Bce sono anni che fa mostra di sé alla Camera. insieme alla distruzione del tessuto industriale e a un debito pubblico che ha superato i 1.900 miliardi. Sulla busta vi è scritto, grosso e in stampatello: “Italia: istanza di fallimento“.
Ora stiamo vendendo l’argenteria, poi bruceremo i mobili di casa. “Di prassi è chi manda la lettera che decide se comprare ancora i nostri titoli di Stato o se farci fallire“. Non è così, Tremorti?
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