nella foto: Speranza, capogruppo pd alla Camera, il “Gasparri dei poveri” (cit. Di Battista)
“Era il 30 settembre 2009, al governo cera Berlusconi e sullo scranno più alto di Montecitorio siedeva Gianfranco Fini. In aula si discuteva il decreto sul tanto discusso Scudo fiscale (che poi passò grazie all’assenza di 32 deputati, 24 del pd tra cui D’Alema, al momento della votazione della fiducia, ndr). Le opposizioni (allora Pd e Idv) alzarono le barricate, praticando un ostruzionismo selvaggio con lintento di far decadere il decreto. Cosa che mandò su tutte le furie Fini. Nellultima capigruppo prima del voto lex presidente della Camera minacciò la ghigliottina. “E una precisa responsabilità del presidente della Camera dei deputati avere la deliberazione dellAula prima della decadenza del decreto“, disse in quelloccasione, auspicando “una intesa di metodo per un percorso di lavoro fino al voto finale, evitando il ricorso alla ghigliottina“. Apriti cielo. Lopposizione protestò duramente, chiedendo a Fini di non fare ulteriori forzature e di consentirle di esercitare i suoi diritti. “Sarebbe davvero imperdonabile se si applicasse la ghigliottina per la prima volta nella storia su di un provvedimento vergognoso del quale nessun italiano, neanche quelli che sostengono la maggioranza, ha bisogno“, affermò lallora capogruppo Pd alla Camera, Antonello Soro, riferendosi alla minaccia di Fini. “Lo stesso presidente Fini – spiegò Soro – ha condiviso il termine anomalia oggettiva cui cui si definisce questo decreto per la sua natura e per il suo processo normativo. Per questo auspichiamo che il presidente Fini non applichi la ghigliottina, consentendo allopposizione di avvalersi di tutte le sue prerogative“. Le stesse prerogative che oggi il Pd nega alle opposizioni.” Qelsi
La notizia data dal sito ufficiale del pd nel 2009: leggi