di J. Lo Zippe – Invece di progressi senza fine e opportunità incredibili, i bambini di oggi affrontano un mondo sull’orlo del collasso. Cosa li aspetta?
Il fondatore della macroeconomia ha predetto che il capitalismo sarebbe durato per circa 450 anni. Questo è il periodo di tempo tra il 1580, quando la regina Elisabetta investì l’oro spagnolo rubato da Francis Drake e il 2030, l’anno in cui John Maynard Keynes pensò che l’umanità avrebbe risolto il problema di soddisfare tutti i nostri bisogni, passando ad occuparsi di preoccupazioni maggiori.
La speranza di Keynes era che il destino della generazione Z sarebbe stato quello di rilassarsi in una vita di svago e creatività. Invece si sta preparando a stipendi da fame e alla più grande crisi ecologica mai registrata.
In un famoso saggio dei primi anni ’30 intitolato “Possibilità economiche per i nostri nipoti“, Keynes immaginò il mondo 100 anni nel futuro. Individuò fenomeni come l’automazione del lavoro (che chiamò “disoccupazione tecnologica“), ma quei cambiamenti, secondo lui, avrebbero favorito il progresso verso una società migliore, verso la liberazione collettiva dal lavoro.
Era solo preoccupato che la transizione a questo mondo senza fatica potesse essere psicologicamente difficile, e quindi immaginò giorni lavorativi di tre ore come programma di transizione. In modo da abituarci a fare altre cose oltre a lavorare.
I nipoti di cui parlava Keynes sono i bambini e i giovani di oggi. Ma sebbene le previsioni circa il tasso di crescita economica e l’automazione del lavoro siano state sorprendentemente accurate, il risvolto per la società è ben diverso da quello che John Maynard Keynes aveva immaginato.
Invece di progredire verso un’utopia senza lavoro, il mondo sta assistendo alla scomparsa dei lavori come una sorta di cambiamento climatico economico. Stanno nascendo nuovi lavori, è vero, ma sono tutti settori a bassa occupazione. Insomma, non si intravedono all’orizzonte nuovi settori in cui poter occupare milioni di persone.
Dopo aver ipotizzato per un secolo che un mondo migliore sarebbe apparso in cima alle ricchezze accumulate, dobbiamo arrenderci al fatto che il futuro sarà molto diverso.
Eppure con il web si è potuto parlare di sviluppo tecnologico ed espansione economica come un vantaggio per tutti. Prendi Webvan, la prima (e successivamente molto derisa) società di consegna di generi alimentari. La società ha pianificato di combinare l’efficienza di Internet e altri progressi nell’informazione e nella logistica per fornire prodotti di migliore qualità a prezzi più bassi, consegnati direttamente ai consumatori da lavoratori più pagati e meglio formati.
In quegli anni gli analisti pensarono che non aveva senso usare la capacità umana per portare i singoli ordini dal supermercato al singolo consumatore. John Deighton, professore della Harvard Business School, nel 2001 commentò così il futuro del settore: “Prodotti alimentari consegnati a domicilio? Non succederà mai”.
Eppure, meno di 20 anni dopo, Amazon consegnava di tutto in tutto il mondo, anche una singola penna.
Ma quello che deve spaventare è che anche tra le più grandi società si segnalano condizioni sempre peggiori per i lavoratori. Questo va dal trattamento dei dipendenti di Amazon, che sono stati costretti a urinare in bottiglie o in bidoni della spazzatura per stare al passo con i turni, oppure dei lavoratori che fabbricano parti per iPhone, che sono stati esposti a sostanze chimiche tossiche, e c’è anche il colosso manifatturiero taiwanese Foxconn, noto per le cattive condizioni di lavoro.
L’automazione che doveva sollevarci dalla fatica del lavoro ha avuto l’effetto contrario.
I magazzinieri di Amazon riferiscono che l’intelligenza artificiale è il tuo capo, il capo del tuo capo e il capo del capo del tuo capo, imposta i tassi di produttività da raggiungere, i turni e la divisione del lavoro. Riferiscono anche che questo significa lavorare raramente con le stesse persone due volte di seguito, significa essere isolati, eseguire attività casuali ogni turno, senza mai capire cosa stai facendo.
Insomma invece di liberare la società, i miglioramenti della tecnologia stanno servendo a ridurre i lavori in forme di efficienza irragionevoli.
Mentre la produttività dei lavoratori è aumentata del 69,6% tra il 1979 e il 2019, la retribuzione oraria è aumentata solo dell’11,6%. La differenza tra produttività e retribuzione è un aumento dello sfruttamento: i lavoratori fanno di più e ottengono di meno. Non era certo questo il piano.
Ci avviciniamo al 2030, l’anno in cui il capitalismo sarebbe dovuto finire e le previsioni non sono rosee. Il riscaldamento globale raggiungerà probabilmente 1,5° C tra il 2030 e il 2052, se le temperature continuano ad aumentare al ritmo attuale. Gli esperti prevedono un aumento tra i 26 e 77 centimetri del livello del mare, un rapido aumento delle estinzioni delle specie, carenza di acqua e cibo per centinaia di milioni di persone. Queste sono condizioni che la specie umana moderna non ha mai incontrato.
Sembra proprio che abbiamo accumulato ricchezza per pochi e disastri per tutti.