Come era prevedibilissimo (e previsto) il governo Tsipras ha posto il problema della ristrutturazione del debito greco, andandosi a scontrare frontalmente con la Ue e con Berlino. Si apre così uno scontro che non riguarda solo la Grecia ma tutti i paesi indebitati di Europa, fra cui lItalia ed investe i destini stessi dellUnione.
Partiamo da una constatazione: come dice Rogoff, lesperienza storica dimostra che, quando il debito di un paese supera il 90% del suo Pil, esso diventa inesigibile e si va fatalmente verso il default. Cè chi ha contestato questa affermazione, sostenendo che ci sono casi storici che dimostrano il contrario. Può darsi e non ci interessa entrare nella discussione sulla soglia oltre la quale il debito non è più ripagabile, ci basta sostenere che questa soglia esiste e non può essere molto maggiore del 90%. E il dato è empiricamente verificabile: immaginiamo che un paese abbia un debito pari al 100% del suo Pil, questo significa che, anche ad interessi modici al limite dellirreale, poniamo un 5 o 6% (che, per un Paese con quella soglia di rischio, è semplicemente impensabile), il Pil deve crescere al ritmo del 5-6% ogni anno, solo per pagare il debito e senza intaccare il capitale. Non si capisce poi come possa crescere ed a quei livelli, senza poter investire nulla della crescita registrata. Quel Paese non ce la farebbe neanche vendendo il proprio patrimonio, che, in quelle condizioni, sarebbe solo svenduto. Ed anche se esso portasse i salari a quote bassissime, per ricavare risorse da investire, non ce la farebbe lo stesso perché, intanto, questo farebbe crollare il mercato interno con effetti immediatamente depressivi su pil e gettito fiscale.
La cosa più probabile è che al di sopra di una certa soglia si scateni l effetto regina rossa, per il quale, come su un tapis roulant sempre più veloce, il soggetto, pur correndo, arretra. E, prima o poi, il default arriva.
Dunque, vogliamo assumere come soglia non il 90 ma il 100%? Benissimo: il debito greco è al 170%. E quello italiano al 134%. E dallinizio della cura austerity sono calati parallelamente Pil e gettito fiscale, per cui il rapporto debito/Pil è ulteriormente cresciuto; appunto: è iniziato leffetto regina rossa e siamo sulla strada del fallimento (checchè ne dica Padoan).
Dunque, assumiamo come dato pacifico che il debito dei paesi mediterranei non è pagabile, puramente e semplicemente. Ma allora, perché Berlino insiste? Per un calcolo cinico e non difficile da capire: intanto per succhiare più sangue possibile ai paesi debitori e recuperare già una parte del capitale attraverso interessi sempre più esosi. In secondo luogo per reggere la guerra delle monete con Usa, Cina e Giappone, in attesa di un nuovo ordine monetario che, ovviamente, vedrà i paesi mediterranei fuori della moneta a trazione tedesca. In terzo luogo, per distruggere politicamente i paesi del sud Europa (e forse anche la Francia) e potersi liberamente orientare verso Est, ma con rapporti di forza favorevoli.
La profonda disonestà dei governi del sud Europa è stata quella di stare al gioco mentendo ai loro popoli (ai quali hanno raccontato che il debito è pagabile) e consentendone così la spoliazione. Ora Tsipras rompe questo incantesimo e, pur continuando a dire di voler pagare il debito (ma è solo un artificio polemico, nel quale non crede lui stesso e nel quale credono ancora meno quelli che lo sentono) e dice che di austerity si muore e chiede di rinegoziare il debito.
Anzi fa di più: chiede una conferenza europea per ristrutturare il debito dei singoli Paesi. Per evitare il default, , alleggerendone il debito. La Germania vuole essere la testa politica dellUnione? Bene: si assuma gli oneri della posizione. Vedremo se le classi dirigenti tedesche hanno la qualità di chi assume su di sé i destini della nazione (dove nazione qui sarebbe lEuropa) come insegnò Fichte, o sono solo piccoli bottegai.
E una verifica alla quale dobbiamo andare tutti.
Daltra parte, quel che accade oggi alla Grecia accadrà domani allItalia. Oggi in Grecia domani in Italia
mi ricorda qualcosa.
Quando Tsipras ha vinto, sono saltati in molti sul carro del vincitore: da Sel alla Lega, da Rifondazione alle minoranze Pd, dalla Fiom a Fratelli dItalia. Però quello che ha sempre detto il M5S su debito ed Euro è obiettivamente più vicino a Syriza di quanto non lo siano Sel e Rifondazione.
Comunque, ora vediamo di che pasta è fatto ciascuno: Atene non va lasciata sola ed occorre un forte sostegno contro il rigore berlinese, contro Draghi e contro la Ue. Occorre che i gruppi del Parlamento europeo ostili a questa unione monetaria soffocatrice concordino una mozione del Parlamento favorevole ad una conferenza europea per la ristrutturazione del debito e non mi scandalizza affatto se accanto al Gue (sperando che anche la Linke ne abbia il coraggio) ci siano M5S ed Ukip e nemmeno che ci siano Lega e Front National. Sento già le urla inorridite degli ultra-antifascisti: non che ci si debba sposare, solo che oggi cè una urgenza che prevale su tutto ed è quella del debito, poi torneremo a dividerci su tutto. Peraltro sarebbe interessante vedere come voterebbero i deputati socialisti di Grecia, Spagna, Portogallo, Francia ed il Pd italiano. O magari i Verdi, sempre così pronti alle battaglie etiche…
Sommandoli ai voti degli euroscettici e del Gue, si farebbe maggioranza. Oppure dovrebbero spiegare ai propri elettori perché si oppongono alla ristrutturazione del debito anche del proprio paese: e magari qualche prezzo lo pagherebbero. Magari si potrebbe pensare anche ad un referendum sulla proposta da tenere contemporaneamente in tutti i paesi europei.
Ed opportuna sarebbe anche una conferenza delle forze che in Europa si battono per la ristrutturazione del debito, magari indetta insieme da Syriza, M5S, Podemos ed alla quale invitare tutti, con la sola eccezione dei nazisti di Alba dorata o di Jobbik, che sporcherebbero inutilmente liniziativa.
Ed è necessario anche chiamare la gente in piazza a sostegno della Grecia, che ne pensano Sel, Fiom, Cgil, le minoranze Pd? O anche la Lega? Ciascuno a suo modo e con i propri appuntamenti, ma occorre muoversi ed ora.
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