L’autore ringrazia la Sen. Mariolina Castellone per il contributo alla revisione finale dell’articolo
di Paolo Fiorentino – Il tumore al polmone è la seconda malattia oncologica più comune negli uomini e la terza nelle donne, tra le cui cause si possono annoverare l’inquinamento atmosferico e il fumo. Nella sua evoluzione è anche la prima causa di decesso per cancro. Spesso è molto difficile da scoprire precocemente a causa delle caratteristiche di sede e di conformazione, col rischio di essere diagnosticato solo quando ormai è troppo tardi in termini di cure appropriate e di aspettativa di vita. Sia l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) che l’uso di nascenti biotecnologie non invasive possono oggi offrire importanti prospettive nel suo contrasto.
AI e tumori
Per una migliore diagnosi precoce e possibilità di cura del cancro sta venendo in soccorso l’AI. Sfruttando la AI sono nati programmi specifici, come ad esempio, tra gli ultimi arrivati, il programma Deep Lung, basato su algoritmi sviluppati dalla fondazione spagnola Eurecat che rileva e analizza in brevissimo tempo tramite Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) a basso dosaggio di radiazioni anche minime lesioni sospette nei polmoni. Questo protocollo clinico di diagnosi precoce e screening del tumore polmonare in soggetti a rischio arriverà a breve dalla Catalogna anche in Italia presso il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, con l’obiettivo di istituire un servizio pubblico innovativo e gratuito in Emilia-Romagna. Per la capacità di calcolo algoritmico sarà utilizzato il supercomputer Margherita, che tale Regione ha acquisito con un finanziamento di alcuni milioni di euro del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Il tutto rientrerà nel progetto internazionale di cooperazione territoriale europea Digital Transformation for Regions, per la realizzazione di una piattaforma europea abilitante soluzioni collettive di AI e Big Data in Europa.
Biotecnologie e tumori
Il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston ha sviluppato di recente una nuova sperimentale e maneggevole tecnologia low cost per poter scoprire precocemente il tumore polmonare con un semplice kit al fine di migliorare la sua prognosi spesso grave. Basterà appoggiare un inalatore o nebulizzatore sulle vie respiratorie (bocca e naso) e respirare per poi fare dopo qualche ora un test delle urine che rivelerà il tumore polmonare anche in stadio molto iniziale. In altre parole, speciali nanosensori dalle dimensioni di qualche sparuto µicron verranno inalati dal paziente reagendo con specifiche componenti proteiche tumorali e rilasciando marcatori per poi essere eliminati con le urine. Secondo lo studio sperimentale del MIT pubblicato sulla rivista Science Advances i nanosensori sono formati da nanoparticelle polimeriche con incorporato una sorta di codice che nella reazione con elementi tumorali viene liberato fino a raggiungere le urine. Basterà quindi passare una strisciolina reattiva rivelatrice dentro le urine per documentare la eventuale positività del test. Un poco simile a ciò che avviene in altro modo con il test della gravidanza eseguito in casa. Il kit per semplicità e basso costo si collega alla filiera di altri diversi nuovi kit sperimentali diagnostici antitumorali, come quello progettato insieme dalle Università di Florida e di Taiwan in grado dopo pochi secondi di riconoscere attraverso gocce di saliva i biomarcatori del tumore al seno, utilizzando speciali sensori integrati nella piattaforma italiana Arduino (nata a Ivrea per realizzare dispositivi e sensori in modo semplice e alla portata di tutti).
Premesso che in prospettiva esistono aspetti etici e di privacy da garantire e limiti biologici da rispettare sempre secondo massimo standard in termini di costo-rischio/beneficio. Per altro verso è innegabile siano anche necessarie lungimiranti scelte politiche di investimenti adeguati alle nuove sfide in chiave, e non solo, algoritmica e biotecnologica nel settore di un bene comune essenziale come la salute, così intimamente legata alla nostra stessa esistenza. Quanto prima descritto è prova di come in patologie molto complesse e critiche con prognosi storicamente spesso grave come i tumori, l’AI potrà prossimamente acquisire un ruolo sempre più rimarchevole e d’avanguardia come “tool” performante a fianco dell’indispensabile intelligenza umana. Ancor più si deduce se l’AI sarà abbinata in futuro sinergicamente ad altre nuove nascenti metodiche e tecnologie mediche non invasive, permettendo diagnosi e decisioni cliniche sempre più precise e tempestive per la salute. Una riflessione finale impone che queste scoperte, conquiste e biotecnologie non debbano restare appannaggio di pochi ma diventare accessibili a tutti perché la salute è un diritto fondamentale dell’individuo che va garantito dallo Stato ovunque e comunque, senza rischiare di aggravare con scelte politiche o progetti di riforma divari regionali già esistenti. Ben vengano semmai politiche incisive di investimento di prevenzione e cura dei tumori che diano a tutti i cittadini la possibilità di guarire da un tumore, e non solo a chi ha la fortuna di vivere in una regione virtuosa o più ricca obbligando altri a emigrare per curarsi.
L’AUTORE
Paolo Fiorentino – PhD. Già ricercatore e professore a contratto presso University of Toronto, University of Rochester, e Università degli Studi di Torino. Autore di pubblicazioni scientifiche su dolore e neuroscienze. Consulente clinico-scientifico su dolore e dismorfismi orofacciali. Ha pubblicato libri e articoli su storiografia, simbolismo e mito. https://www.facebook.com/paolom.fiorentino