L’onestà ha un prezzo sempre più insopportabile. Per essere onesti in Italia si deve pagare il pizzo di Stato. Ti uccidono il padre sul lavoro e sono condannati a risarcirti. Ma la polizza assicurativa dell’azienda era scaduta quando è avvenuto l’incidente e i proprietari sono nullatenenti. La famiglia, che ha vinto il processo, è condannata a pagare le spese processuali anche per i colpevoli che dichiarano di non possedere nulla. 9.000 euro, il prezzo dell’onestà e della morte di un uomo.
Il libro “Morti Bianche” di Samanta Di Persio è disponibile sul blog a offerta libera.
“Gentile Sig. Grillo,
Le scrivo perchè navigando sul suo sito come mi capita di fare quasi tutti i giorni ho visto il libro che parla delle “Morti bianche“. La mattina del 28 Aprile 2000, mia madre ricevette una telefonata che le comunicava che mio padre aveva avuto un grave incidente sul lavoro ed era in ospedale. Da quel giorno ne passarono altri 42 durante i quali mio padre è rimasto in coma e poi purtroppo è morto la mattina del 9 giugno 2000. I titolari dell’ azienda dove è accaduto l’ incidente avevano l’assicurazione che scadeva proprio il giorno dell’ incidente e nonostante le “rassicurazioni” del loro assicuratore di fiducia, ovviamente la polizza non aveva valore.
I due titolari di questa azienda sono stati condannati (c’ è stata un’ indagine) e poi successivamente hanno perso la causa con me e la mia famiglia, causa nella quale il giudice ha anche stabilito gli importi per il risarcimento verso la vedova e i figli (anche se tutto ciò non mi ridarà mai mio Padre, che era il bene più grande!).
Che cosa è accaduto dopo questo grave lutto che ci ha colpito e segnato per tutta la vita? Nessuno ci ha risarcito (anche se ripeto e sottolineo che il bene più grande era mio Padre) perchè gli ormai ex titolari di quell’ azienda hanno pensato bene di non avere nessun bene di proprietà e quindi per legge sono inattaccabili; uno di loro risulta avere uno stipendio (da fame) di una azienda intestata al padre, mentre l’ altro è praticamente introvabile e ovviamente risulta non avere nessun bene di proprietà (anche se sembra che abbia addirittura una barca intestata al figlio).
Finito? Noooo…. Due anni fa mi sono visto arrivare a casa, dall’Agenzia delle Entrate, le spese processuali del Tribunale di Livorno, che ammontavano a circa novemila euro. Tramite il mio avvocato ho chiesto il perchè di tutto ciò, visto che c’ è una causa chiusa e vinta nella quale il giudice ha dato in tutto e per tutto ragione a me, mia madre e mio fratello. Risposta: il tribunale ha sostenuto delle spese e a noi non importa se paga chi ha vinto oppure chi a perso, l’importante è pagare! Quindi i due imputati non risultando possessori di alcun bene e per legge inattaccabili, indovini un po’ chi deve pagare? Cordiali saluti.” Luca Giacomelli