“Mentre nel mar Mediterraneo un altro barcone affonda e porta con sé negli abissi altre 40 vite umane, dalla Sicilia arriva la denuncia del procuratore della Repubblica di Caltagirone Giuseppe Verzera che, incontrando una delegazione congiunta delle Commissioni Bilancio e Liberta Civili del Parlamento europeo, ha detto: “quella sul Cara di Mineo è un caso di Stato, a questo punto non è un’indagine unitaria, ma si compone di molteplici filoni che vanno dal caso Parentopoli, alle assunzioni, alle irregolarità dell’appalto, alle eventuali turbative d’asta. Stiamo valutando tante situazioni. Quello che c’è nel calderone principale ovviamente non lo posso dire“.
VIDEO Lo sfogo del procuratore della Repubblica di Caltagirone in Parlamento
Dentro il calderone c’è lo Stato.
Il business dell’immigrazione è un “caso di Stato” perché a fare affari con essa sono pezzi dello Stato. Lo dimostra l’inchiesta Mafia Capitale con la saldatura fra partiti, criminalità organizzata e Coop. Lo dimostra la recente inchiesta di Catania che vede il sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione indagato per turbativa d’asta per gli appalti al Cara di Mineo. I morti in mare sono il cemento di questo sistema marcio, perché se non ci fossero le tragedie non arriverebbero i fondi europei.
L’Unione europea ha stanziato nel periodo 2007-2013 ben 4 miliardi di euro per la gestione del problema e ne ha stanziati altri 3.2 per il periodo 2014-2020. Ecco perché Buzzi nelle intercettazioni di Mafia Capitale diceva al suo interlocutore: “Lo sai che gli immigrati rendono più della droga”.
Della delegazione del Parlamento europeo, che ha visitato inoltre il centro di primo soccorso di Pozzallo e il più grande Cara (Centro d’Accoglienza Richiedenti Asilo) d’Europa, quello di Mineo, fanno parte quattro portavoce del Movimento 5 Stelle. Durante gli incontri con le ONG internazionali che lavorano sul campo, i prefetti di Catania, Ragusa e Agrigento, i dipendenti dell’agenzia europea Frontex, gli uomini della Marina militare, i parlamentari europei Ignazio Corrao, Laura Ferrara, Marco Valli e Marco Zanni hanno chiesto di verificare tutti i flussi dei fondi stanziati, chi sono i beneficiari, come sono gestite le gare d’appalto e di subappalto e che livello di trasparenza hanno. Sono state, inoltre, richieste informazioni sulle commesse urgenti che drenano milioni di euro senza nessuna gara d’appalto. I portavoce hanno chiesto, infine, la tracciabilità dell’erogazione dei beni e dei servizi da parte delle cooperative.
“Segui i soldi e troverai la mafia” diceva Giovanni Falcone.
L’Italia dovrebbe chiedere all’Europa più solidarietà e meno fondi alle mafie…e invece fa e ottiene esattamente l’opposto.”