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Giornalista del giorno ad honorem: De Benedetti

beppegrillo.it - Dicembre 28, 2013

De Benedetti, il vero mentore del pdexmenoelle, è uscito allo scoperto per difendere la Web-tax che sarebbe più opportuno chiamare De Benedetti-tax in quanto favorisce sfacciatamente e contro il diritto europeo la sua società di pubblicità, la Manzoni srl. Ecco l’intemerata della tessera numero uno del pdexmenoelle, vero elettore del burattino Renzie e lobbista a tempo pieno in Parlamento grazie al pdexmenoelle e ai suoi giornali.
“L’incontenuta deriva populistico-sfascista ha portato Beppe Grillo – tra i più accesi difensori degli elusori legali delle tasse come Google, mito inossidabile del suo sodale Gianroberto Casaleggio – a indicare sul suo blog il nuovo avversario da abbattere, il presidente PD della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, colpevole d’aver voluto nella legge di Stabilità la norma incongruentemente definita “Web tax” da oppositori e detrattori.“.
De Benedetti sbaglia, nessuno ce l’ha con Boccia. Sparare su Boccia è come sparare sul pianista, lui è solo un semplice intermediario, uno schiacciabottoni, l’avversario da abbattere, se proprio vuole, è lei, caro ingegnere, perché la legge è disegnata su misura per i suoi interessi.
“Stupisce invece che legali, giornalisti, imprenditori, economisti da anni in prima linea sul fronte dell’innovazione, persone in gamba che danno l’idea di credere in quanto dicono e scrivono, si siano trovati più uniti che mai nel tentativo di impedire che l’Italia diventi un paese dove il fisco sia (un po’ più) equo e la concorrenza senza privilegiati“.
Stupisce invece che lei, dopo autorevoli pareri italiani e stranieri, cerchi ancora di difendere una sciocchezza come la Web-tax. Lei, non si offenda, ma è un ignorante digitale.
Cerchiamo di spiegare la Web-De Benedetti-tax.
– Cos’è? Le aziende italiane non potranno comprare pubblicità da siti visualizzati in Italia se non hanno partita IVA italiana.
– Qual è il problema che finge di risolvere e la reale soluzione.
Problema reale. Nella UE la tassazione é diversa nei vari Paesi sia per la tassazione aziendale, sia al livello di cliente finale. E’ ovvio, e lecito, che clienti e aziende tendono a comprare e operare dove è più conveniente, questo vale per i beni come per i servizi, tra cui i servizi di pubblicità.
Possibile soluzione. Omogeneizzare la fiscalità delle varie nazioni. Deve essere ridiscusso il trattamento fiscale all’interno dello spazio comunitario.
– Cosa implica invece la legge approvata che entrerà in vigore da gennaio 2013 (*). La legge è contraria al diritto comunitario, la UE multerà l’Italia e ci costringerà a toglierla (il M5S farà ricorso). Nel mentre, le aziende maggiori operanti in Italia, come Google e Facebook, decideranno se continuare la loro attività con le aziende italiane o se aprire una partita IVA. Le aziende estere potranno fare comunque pubblicità su questi siti verso l’Italia. Le migliaia di aziende straniere “minori” che vendono pubblicità ad aziende italiane non apriranno probabilmente (perché dovrebbero?) una partita IVA in Italia e per questo motivo le aziende italiane potrebbero non accedere più a siti come il Time, il Financial Times e altri visti in Italia che saranno sempre a disposizione per le aziende straniere interessate al mercato italiano. Siti più visti in Italia. Ci sarà un innalzamento dei costi pubblicitari per le aziende italiane e l’espatrio di chi potrà operare all’estero. Un ulteriore fardello competitivo per le aziende italiane rispetto a quelle del resto d’Europa.
– Chi beneficia di questa legge. Le concessionarie pubblicitarie italiane che vendono pubblicità in Italia e i grandi editori dotati di concessionaria di proprietà. Tra i maggiori beneficiari la Manzoni dell’ingegner De Benedetti.
A cosa serve la Google-Tax? Per mettere in ginocchio i player emergenti? Per favorire la Manzoni? Risponda per cortesia Ingegnere, anche se si trova in Svizzera. Fuori le lobby dal Parlamento!
Ps: Enrico Letta ha affidato alla Manzoni circa il 30% del budget finora stanziato dal governo per la promozione della propria attività.
(*) Ieri il governo ha prorogato la legge al primo luglio 2014

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