Di seguito la lettera di Luigi Gariano, Presidente del Movimento Rivoluzione Umana. Luigi Gariano da anni si batte ardentemente per i diritti delle persone con disabilità. Ecco la sua riflessione, che condivido a pieno. Per quanto altro tempo la politica si volterà dall’altra parte?
“Quando io non ci sarò più chi si prenderà cura di mio figlio”? È la domanda assillante che quotidianamente balena nella mente dei familiari, per lo più mamme e papà che hanno figli con gravi disabilità, ma anche le stesse persone con disabilità, le persone più fragili della società. A questa domanda dovrebbe rispondere l’ormai famoso “dopo di noi”.
Il “dopo di noi” è quel piano sociale (inesistente in Italia) che uno Stato dovrebbe prevedere e mettere in pratica a favore delle persone con disabilità gravi o persone non autosufficienti quando a quest’ultimi viene a mancare il sostegno e l’aiuto dei familiari.
In mancanza del sostegno dei familiari o di altre possibilità, la tendenza comune è quella di rinchiudere le persone con disabilità e le persone anziane non autosufficienti in istituti.
Senza pensare che se non si muore prima e in un solo colpo andare verso la non autosufficienza è una cosa naturale.
Oltre all’inutile legge n.112 del 2016 sul dopo di noi, nel frattempo per farlo sembrare più immediato, alle parole “dopo di noi” sono state aggiunte quelle magiche: “durante noi”. Dopo di noi, durante noi, di parole quante ne vuoi. Soltanto parole.
Eppure, è della vita delle persone che si parla.
Esistono solo sporadici progetti, interessanti, messi su da persone di buona volontà. Persone appunto, che autonomamente realizzano quello che dovrebbe fare lo Stato, la politica.
Sta alla buona politica prendere questi esempi, farli propri e svilupparli sotto forma di amministrazione pubblica per estenderli nelle realtà nazionale.
La tranquillità di genitore sta nel sapere che un giorno lascerà suo figlio in una società che saprà prendersene cura, e non certo lasciando la vita del proprio figlio in mano e al buon cuore di un privato.
È per questo che non sta al privato istituire associazioni, cooperative etc… ed inventarsi attività, erogare servizi per rispondere ai bisogni delle persone, ma è un dovere della politica: creare benessere per la collettività.
Purtroppo nel comparto delle non autosufficienze e delle fragilità girano miliardi di euro pubblici che stanno in mano a delle vere e proprie lobby del sociale.
Il nostro welfare sociale è vecchio e superato. Non funziona. Serve un cambiamento radicale, una vera transizione del welfare che viaggi di pari passo con quello della transizione ecologica. Non c’è più tempo da attendere. Moltissime famiglie chiedono risposte. Transizione ecologica non è solo un mondo senza inquinamento ma un mondo senza disuguaglianze.
“La forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri”, si legge nella Costituzione del popolo Svizzero. Sarebbe bellissimo un giorno leggerlo sulla nostra.