Il debito dell’Enel ammonta a circa 60 miliardi di euro. Nonostante questa parvenza che tutto stia andando bene, vi ricordate che fine fanno le grandi aziende con miliardi di debiti quotate in borsa? Vengono poi scorporate, vendute a pezzi, dissanguate piano piano. Prima che succeda questo con i soldi degli italiani bisognerebbe separare l’Enel, in Enel Italia, quella con i soldi degli italiani, ed Enel Mondo che potrà fare tutti gli investimenti che vuole senza coinvolgere i nostri soldi.
Di seguito la nota del nostro Enrico Cappelletti, deputato M5S in commissione Industria.
Mentre in queste ore è in corso lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori Enel, ci chiediamo quali azioni intenda mettere in campo il governo per risolvere un problema che interessa migliaia di famiglie. Il silenzio assordante da parte del centrodestra impone un chiarimento, motivo per cui ho presentato un’interrogazione ai ministri competenti. Nei giorni scorsi i sindacati hanno inviato ai presidenti delle Camere e ai membri delle Commissioni parlamentari la loro posizione sulla proclamazione dello sciopero. È stato lanciato un duro monito sull’operato di Enel, facendo presente quali erano i pericoli del piano industriale dell’azienda rispetto alla tenuta dei livelli occupazionali ed è stata richiamata l’opportunità di rilanciarne il suo ruolo, affinché possa tornare protagonista della transizione energetica nel nostro Paese. I rappresentanti dei lavoratori ritengono che “Enel non abbia il coraggio di compiere le scelte necessarie per lo sviluppo del Paese. Non ha nessun piano industriale di sviluppo e creazione di valore, nessuna idea su come affrontare il superamento del fossile e la messa a terra delle nuove tecnologie green”. Nel documento viene inoltre fatto presente come l’azienda proceda grazie a una concessione con costi riconosciuti per le attività regolate dall’Autority, che sono sostanzialmente finanziate con le bollette degli italiani. Considerato che fanno capo a Enel importanti asset strategici per la sicurezza del Paese e che sono gli investimenti nella transizione energetica oggi a sostenere la crescita, innovazione e competitività delle imprese, chiediamo al governo se abbia intenzione di intraprendere iniziative volte a indirizzare la strategia dell’azienda al sostegno degli investimenti nella transizione green, anche al fine di garantire e incrementare i livelli occupazionali e la sicurezza energetica del Paese.