di Gunter Pauli – Oggi la produzione mondiale di resina di gomma proveniente da pini è di circa 1,5 milioni di tonnellate. La resina viene trasformata in colofonia (colophon) e in ingredienti per l’industria della carta, della vernice, dell’inchiostro e degli adesivi. Viene anche usata per fare la trementina, un biochimico altamente infiammabile, usato decenni fa come carburante.
Quando Soichiro Honda introdusse la sua moto nel 1947, era alimentata da trementina. La benzina era difficile da ottenere, e poi il Giappone era coperto dal 70% di foreste, principalmente con pini.
Al tempo Mr Honda era l’unico che vendeva sia il veicolo che il carburante. Tuttavia, questo motore richiedeva molte pedalate per riscaldarsi e, una volta iniziata la combustione, una nuvola di fumo divampava dalla marmitta, dandogli il soprannome di “camino”.
Poi Paolo Lugari e il suo team a Vichada, hanno introdotto il biodiesel da olio di palma, ma l’immissione di metanolo e l’eccessiva quantità di glicerina come sottoprodotto, imponevano limitazioni commerciali. Il team ha quindi pensato di rispolverare la trementina, il sottoprodotto della lavorazione delle resine.
Hanno studiato un metodo per eliminare ogni impurità dalla trementina, utilizzando un metodo a 4 stadi. Se il signor Honda avesse avuto accesso a questa trementina pura, avrebbe proposto una massiccia riforestazione ai tropici per la conquista del mercato mondiale delle moto.
Ovviamente c’è dell’altro.
L’innovazione va oltre la trementina pura e sta soprattutto nella progettazione di un modello di business diverso. La Blue Economy è questo. Le innovazioni devono spingere altre innovazioni, chiudendo un cerchio veramente senza sprechi e rifiuti o, al massimo, con il minimo possibile.
Prima di tutto il centro ricerche situato a Vichada in Colombia, è totalmente autonomo, contando su ben 40,000 istallazioni fotovoltaiche. Questo incide pesantemente sul prezzo e le prestazioni dei prodotti e dei laboratori.
La rigenerazione della foresta costa circa 1.100 dollari per ettaro. Una foresta nuova aumenterà il pH del suolo, che filtrerà l’ acqua piovana. La vendita di acqua potabile diventa un primo flusso di cassa che si inserisce anche in una strategia di assistenza sanitaria preventiva, in una regione in cui la maggior parte della popolazione soffre di malattie gastrointestinali a causa della mancanza di acqua.
Mentre Las Gaviotas è in grado di rispondere a tutta la domanda locale, l’ eccesso di acqua filtrata viene venduto a Bogotà. Dopo sette-otto anni la giovane foresta inizia a produrre resina di gomma. Poiché Las Gaviotas produce in loco le proprie energie rinnovabili e lavora localmente la resina, si creano posti di lavoro e opportunità.
Inoltre si diminuisce il carburante importato.
Se Las Gaviotas dovesse spostarsi verso la piena capacità sfruttando gli attuali 8.000 ettari con circa 3,6 milioni di pini, ogni anno potrebbe generare 2,3 milioni di litri di trementina come biocarburante rinnovabile.
I soldi usciti dall’economia locale, ora circolano nella regione, generando posti di lavoro e reddito.
Invece di lavorare la resina esclusivamente per il colophon, si dovrebbe costruire una bioraffineria, generando quattro flussi di cassa. Questo è redditizio.
Gli alberi maturi potrebbero anche produrre un litro all’anno. Duemilacinquecento alberi potrebbero produrre combustibile sufficiente per guidare 50.000 chilometri con un’auto a basso consumo di carburante. Si tratta di un’ opzione interessante per le economie remote, in quanto la proposta non mira semplicemente a competere sul piano dei prezzi e delle prestazioni con il gasolio o la benzina, ma modifica il modello commerciale in cui un investimento genera rendimenti consistenti e aumenta il valore dei terreni. Il legno può ancora essere trasformato in matite, creando una quinta opportunità di business.
Una foresta appena piantata può fornire reddito, rispondere al bisogno di acqua e carburante, fornire la biodiversità necessaria e rinfoltire le aree verdi. L’economia attuale distrugge, la Blue Ecnomy è pensata per costruire.
L’AUTORE
Gunter Pauli – Laureato in economia all’Università Sant’Ignazio di Loyola in Belgio, è imprenditore in diversi settori come la cultura, la scienza, la politica e l’ambiente. Costruì la prima fabbrica, Ecover, di detersivi biodegradabili che utilizzavano gli acidi grassi dell’olio di palma al posto dei tensioattivi petrolchimici. Ha fondato la “Zero Emissions Research Initiative”, rete internazionale di scienziati, studiosi, ed economisti che si occupano di trovare soluzioni innovative, progettando nuovi modi di produzione e di consumo a minor impatto ambientale.