di Paolo Bernini – Mamma orsa è stata catturata, i suoi cuccioli, alla mercé del bosco e dei bracconieri, sono destinati a morire. È civiltà questa?
Gli orsi del Trentino appartengono al Patrimonio indisponibile dello Stato, come tutta la fauna selvatica, e non al Presidente della Provincia Fugatti, che ha incassato un’altra sberla dal Tar, dato che quest’ultimo gli ha rammentato che non può utilizzare lo strumento di un’ordinanza contingibile e urgente per riparare a quanto la Provincia non ha fatto fino ad ora.
Del resto anche la Corte costituzionale si è pronunciata chiaramente con la sentenza del 16/7/2019, che ribadisce che la competenza in materia di fauna selvatica, e per giunta particolarmente protetta, spetta proprio allo Stato.
E non è un accordo interregionale come il Pacobace, che il Presidente della Provincia usa ed interpreta a suo piacimento, ad essere prevalente sulla normativa vigente che invece offre tutti gli strumenti necessari, in accordo con gli organi tecnico scientifici dello Stato e del Ministero dell’Ambiente, per garantire contestualmente tanto la tutela degli orsi quanto specifiche attività per la diffusione di informazioni sui comportamenti da adottare per prevenire incidenti e preservare anche l’incolumità pubblica.
La famiglia di Andrea Papi, cui esprimiamo le più sincere condoglianze, è l’ennesima vittima di una politica miope e attenta solo ad interessi di potere, ed ha giustamente presentato una denuncia contro gli organi che non hanno ottemperato ai loro compiti.
Ci auspichiamo che quindi la magistratura inchiodi tutti alle reciproche responsabilità e metta a nudo le omissioni, le bugie e le incompetenze.
Ma ad oggi sorge un’altra questione: quali sono le azioni che i Carabinieri forestali e il Cites intendono porre in essere per la tutela di un esemplare che non appartiene alla Provincia di Trento, bensì al Patrimonio indisponibile dello Stato?
Perché non esiste, per quanto è nelle nostre conoscenze, una perizia medico legale e forense veterinaria, che avrebbe potuto ricostruire i fatti e quindi ridefinire i contorni di un evento drammatico per porre in essere ogni azione necessaria per prevenire ulteriori situazioni rischiose?
In molti Paesi dove gli orsi, e ben più grandi dei nostri, vivono e condividono ambienti naturali con le persone, ci sono regole e comportamenti ben precisi da rispettare, soprattutto quando gli orsi si svegliano dal letargo e se ci sono femmine con i cuccioli.
Inoltre non è possibile continuare ad accusare le specie selvatiche di comportarsi in modo naturale per come la loro etologia prevede, accusando gli orsi di fare gli orsi.
Siamo noi a dover capire che non si possono più lasciare i rifiuti disponibili, ovvia fonte di attrazione, e non dobbiamo pensare di essere i padroni degli ambienti naturali, ma abbiamo l’obbligo di imparare una convivenza possibile, soprattutto se si decide di reintrodurre una specie, percependo fondi dall’Europa e dallo Stato per questo, senza valutarne l’impatto sulle attività antropiche.
La strada della pacificazione tra uomo e Natura è ancora lunga e l’obiettivo non si raggiungerà di certo esercitando la vendetta contro una mamma orsa solo per l’insipienza e irragionevolezza umane.
E Fugatti non potrà più festeggiare queste imprese con l’illegale carne di orso. I Nas glielo hanno già ricordato qualche anno fa, quando organizzò l’ennesimo banchetto.
Non proprio un comportamento autorevole.
L’AUTORE
Paolo Bernini – Laureato in Tecnologia dell’informazione. E’ stato uno dei primi portavoce al parlamento per il M5S dal 2013 al 2018 dedicando principalmente la sua attività al riconoscimento dei diritti degli animali e alla tutela della biodiversità. Ora è un SMM, attivista del M5S e collabora con le maggiori associazioni animaliste italiane e internazionali.