
“Non più colletti bianchi da corrompere, ora li alleviamo in casa: ecco come la ‘ndrangheta è divenuta La Santa e si è mangiata l’Italia”. A parlare è l’ex padrino Antonino Belnome, la cui testimonianza esclusiva è raccolta in “C’ero una volta” (Fandango Libri), un libro-verità firmato da Cristiano Barbarossa e Fulvio Benelli, due giornalisti d’inchiesta già autori del premiato “Crimine infinito”, romanzo che raccontava la maxi-inchiesta contro le cosche portata avanti dai magistrati Boccassini e Pignatone, insieme alla dottoressa Alessandra Dolci ma anche da Nicola Gratteri.
Ve lo siete mai chiesti come fa la piovra calabrese a essere ovunque? Come riesce a infiltrarsi nei salotti buoni della politica e nelle gare d’appalto internazionali? La risposta arriva direttamente da chi c’era, da chi ha vissuto il sistema dall’interno e ora ha deciso di svelare tutto.
Per la prima volta un ex padrino della ‘ndrangheta squarcia il velo sulla “Santa”, il livello superiore dell’organizzazione criminale dove malavita, massoneria, politica e alta finanza si fondono in un abbraccio mortale per la democrazia. Un’élite che si muove con disinvoltura tra i salotti politici di Roma e la borsa di Milano, che parla il linguaggio della finanza internazionale ma mantiene saldi i legami con la tradizione criminale calabrese. Non è fantasia: è la testimonianza diretta di Antonino Belnome, ex calciatore del Catania diventato boss della Brianza e ora collaboratore di giustizia.
Dimenticatevi la vecchia ‘ndrangheta che parlava solo dialetto, ci dice Belnome. Oggi i suoi rampolli frequentano le migliori università, parlano inglese fluente, maneggiano algoritmi e criptovalute con la stessa destrezza con cui i loro padri impugnavano la lupara. Certo, si continua a uccidere. Belnome stesso lo racconta senza filtri, descrivendo omicidi e violenze inudite. Ma questi delitti hanno assunto un nuovo significato: non più solo manifestazioni di forza per il controllo del territorio, ma strumenti chirurgici per l’affermazione del potere e il blasone delle famiglie.
Barbarossa e Benelli, in coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, hanno registrato per due giorni il racconto di Belnome, in un luogo segreto e sotto la protezione del Servizio Protezione Testimoni. Ne è nato un libro-verità che si legge come un noir, dove ogni pagina è corroborata da atti processuali, intercettazioni e riscontri investigativi. Belnome racconta di come funziona il mondo delle estorsioni, del ruolo dei direttori di banca, dei professionisti corrotti, dei preti e dei carabinieri infedeli, del carcere, del rapporto con i magistrati come collaboratore di giustizia, della sua nuova vita sotto protezione. “Sono andato all’inferno e sono tornato indietro. Vivo”, confessa l’ex boss. E a noi che leggiamo rimane una domanda: cosa facciamo per fermare questo sistema?
La testimonianza di Belnome è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. La ‘ndrangheta si è evoluta ed è sempre più potente. Lo Stato è rimasto indietro. Per distrazione, o per convenienza. È questa la vera emergenza nazionale di cui nessuno osa parlare.
Gli autori:
Cristiano Barbarossa, scrittore, autore, regista e sceneggiatore votato al giornalismo ha vinto il Premio Speciale Giornalistico “Ilaria Alpi”, il Premio Speciale Flaiano, il Roma Fiction Fest e il Premio del Pubblico al “Castellinaria” Festival del Cinema Giovane (Svizzera). Ha ideato, scritto e diretto con Fulvio Benelli Tutta la verità, una serie di film documentari sui più famosi casi di giudiziaria, come la strage di Erba, il delitto di Avetrana, il giallo di Marco Pantani, il Mostro di Firenze e il delitto di Garlasco. È co-ideatore del programma Sirene sulle indagini delle Forze dell’Ordine sulle varie mafie, dalla ’ndrangheta alla camorra sino alle organizzazioni criminali estere. Ha realizzato numerosi film documentari su temi sociali e in zone di conflitto, dall’Iraq al Venezuela sino ai baby sicari colombiani.
Fulvio Benelli, scrittore, regista, poeta, sceneggiatore e giornalista. Ha vinto, insieme a Barbarossa, il Premio “International Police Award” per l’impegno nel racconto delle mafie. Ha lavorato come inviato e opinionista per Uno Mattina di Rai1. Per In Onda di LA7 ha seguito la cronaca degli attentati terroristici a Barcellona. Per Servizio Pubblico, ha curato un documentario sulla morte dell’ispettore Raciti; per Al Jazeera International un’inchiesta sull’uccisione di Nicola Calipari in Iraq. È stato in Siria per raccontare la vicenda umana e spirituale di padre Dall’Oglio. Ha pubblicato un reportage in versi sull’India dal titolo Il fuoco, le febbri. È curatore del soggetto del film tv L’infiltrato – Operazione clinica degli orrori, realizzato con Barbarossa, uno dei più eclatanti casi di malasanità in Italia. Ha scritto per Il Messaggero, Il Foglio, il Fatto Quotidiano. Fa anche radio, con programmi d’attualità e politica per Radio Vaticana, Radio 24 e Isoradio.
Di seguito le prime date delle presentazioni del libro:
3 marzo Roma, Sala Caduti di Nassiriya a Palazzo Madama, ore 17
5 marzo Roma libreria Bookstorie, ore 17
21 marzo Reggio Calabria, auditorium di Confindustria, ore 17
7 aprile Roma, Casa della Solidarietà Stefano Rodotà, ore 17