di Piernicola Pedicini – “Bruciare i rifiuti ha costi altissimi per la salute dei cittadini. Una ricerca dell’università di Lancaster ha scoperto accumuli di nanoparticelle tossiche nell’encefalo dei soggetti analizzati. Queste particelle ultrasottili sarebbero la causa di molte malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. L’alternativa c’è e si chiama economia circolare: le risorse e i prodotti devono essere recuperati e riutilizzati per preservare le materie prime del nostro pianeta. Puntando su prevenzione, compostaggio e riciclo i rifiuti diminuiscono.
L’Europa di fatto non è così contraria all’incenerimento e lascia agli Stati membri libertà. La Direttiva relativa ai rifiuti tratta il tema in maniera molto debole (non vincolante, sono solo esempi, suggerimenti). Per esempio, incoraggia gli Stati Membri a imporre tasse e restrizioni per il collocamento in discarica e l’incenerimento dei rifiuti.
Nella Comunicazione della Commissione sul ruolo della termovalorizzazione nell’economia circolare del 26.01.2017, si dice chiaramente che: “va ridefinito il ruolo dell’incenerimento dei rifiuti per evitare che si creino ostacoli alla crescita del riciclaggio e del riutilizzo”. Le scelte degli Stati Membri nella gestione dei rifiuti devono rispettare la gerarchia dei rifiuti e dare priorità alla prevenzione, al riutilizzo e al riciclaggio. Aggiunge inoltre che, tassi elevati di incenerimento non sono coerenti con obiettivi di riciclaggio più ambiziosi. Per ovviare a questo problema, la Commissione europea suggerisce agli Stati membri di:
1) introdurre o aumentare le imposte sull’incenerimento
2) abolire gradualmente i regimi di sostegno per l’incenerimento dei rifiuti
3) introdurre una moratoria sui nuovi impianti e smantellare quelli più vecchi e meno efficienti
In Commissione Ambiente del Parlamento Europeo abbiamo sempre cercato di introdurre il divieto all’incenerimento dei rifiuti proponendo emendamenti che vanno nella direzione di:
1) Aumentare le tasse per la messa in discarica e l’incenerimento per scoraggiare queste pratiche
2) Vietare l’utilizzo di fondi europei per inceneritori e discariche
3) Eliminare i sussidi dannosi all’ambiente, inclusi i sussidi diretti e indiretti alle fonti fossili, e quelli per gli inceneritori
4) Graduale eliminazione di inceneritori e discariche
Il 09.02.2017 abbiamo presentato in plenaria un emendamento per bandire l’incenerimento e i sussidi all’incenerimento. Tuttavia le nostre proposte sono state rigettate dai gruppi di cui fanno parte il PD e Forza Italia. Ecco chi difende gli inceneritori e questo modello di business dei rifiuti che è uno dei più redditizi per affaristi e lobbisti.
Quando si parla di incenerimento non bisogna ignorare la pratica dell’incenerimento dei rifiuti nei cementifici, favorita dal cosiddetto Decreto Clini del Ministero dell’Ambiente n. 22 del 14 febbraio 2013 (Governo Monti) che stabilisce dei criteri attraverso cui i rifiuti cessano di essere tali e vengono classificati come combustibili solidi secondari (CSS):
Anche a causa della crisi economica, si è verificato un calo della domanda di cemento nel mercato e il business dei cementieri non è più la produzione di cemento ma bruciare rifiuti nei cementifici, pratica questa che provoca emissioni di metalli pesanti, in particolare mercurio, piombo e cadmio in misura maggiore rispetto agli inceneritori.
Stiamo denunciando tramite degli esposti presso le Procure competenti tutti i cementifici in Italia che utilizzano combustibili solidi secondari (CSS) o che hanno manifestato l’intenzione di farlo. Bruciare i rifiuti è il passato. Il Movimento 5 Stelle guarda al futuro”.