di Isaac J.P. Barrow
L’Artico si sta sciogliendo a una velocità impressionante, quattro volte più veloce rispetto al resto del pianeta. Ogni anno, una superficie di ghiaccio grande quanto l’Austria scompare. Dagli anni ’80, il volume del ghiaccio si è ridotto del 70%, e si prevede che entro il 2030 potremmo assistere al primo giorno senza ghiaccio nella storia dell’Artico.
Ma cosa significa tutto questo? Mentre il ghiaccio si ritira, si aprono nuove opportunità, alcune delle quali potrebbero cambiare gli equilibri globali. Nuove rotte di navigazione stanno emergendo, rendendo più veloci e convenienti i trasporti tra Asia, Europa e Nord America. L’accesso a risorse minerarie prima inaccessibili diventa più semplice, e le acque più calde attirano nuove specie di pesci, trasformando l’economia della regione. Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica. Lo scioglimento dei ghiacci sta scatenando una corsa all’Artico, con nazioni e aziende pronte a sfruttare queste nuove opportunità. La Cina, per esempio, ha già presentato una nave da carico di 58.000 tonnellate progettata per navigare nelle acque polari. E c’è chi, come un politico con il cappello rosso, ha addirittura parlato di “acquisire” la Groenlandia.
Ma gli ostacoli non mancano. La Norvegia ha recentemente sospeso i piani per l’estrazione mineraria in acque profonde, e i progetti russi sono in stallo. La domanda è: riusciremo a sfruttare queste risorse prima che sia troppo tardi? E a quale prezzo?
Lo scioglimento dei ghiacci potrebbe aprire tre nuove rotte:
- La Rotta del Mare del Nord (NSR), che costeggia la Russia.
- Il Passaggio a Nord-Ovest (NWP), che attraversa l’arcipelago artico canadese.
- La Transpolar Sea Route (TSR), che passa direttamente sopra il Polo Nord.
Queste rotte potrebbero rivoluzionare il commercio globale, riducendo i tempi di viaggio e i costi. Immaginate: una nave che parte da Rotterdam e arriva a Shanghai in 14 giorni invece di 30, risparmiando migliaia di chilometri e tonnellate di carburante.
Ma non è tutto semplice. Il NWP, per esempio, è pieno di canali stretti e poco profondi, e il Canada rivendica il controllo su queste acque, mentre Stati Uniti ed Europa le considerano internazionali. La TSR, invece, è la più promettente: evita le acque territoriali e offre il percorso più breve, ma sarà navigabile solo con l’aiuto di rompighiaccio, almeno fino al 2050.
Le risorse dell’Artico
Oltre alle rotte di navigazione, l’Artico nasconde un tesoro di risorse naturali. Si stima che la regione contenga il 13% del petrolio e il 30% del gas naturale ancora da scoprire. Ma con la domanda di petrolio in calo e il gas naturale prodotto a basso costo in America e Qatar, l’attenzione si sta spostando sui minerali “verdi”: cobalto, litio, nichel e terre rare, fondamentali per le batterie delle auto elettriche e le energie rinnovabili.
La Groenlandia, in particolare, è un hotspot di risorse. L’isola possiede 43 dei 50 minerali considerati “critici” dagli Stati Uniti, e le sue riserve di terre rare sono 120 volte superiori a quelle estratte a livello globale nel 2023.
Le sfide da superare
Sfruttare queste risorse non sarà facile. Le condizioni estreme dell’Artico richiedono tecnologie avanzate, come piattaforme di perforazione resistenti al ghiaccio e veicoli minerari autonomi. Inoltre, bisogna convincere investitori, governi e comunità locali a sostenere questi progetti.
Un esempio è la miniera Lumina in Groenlandia, l’unica attualmente operativa. Dopo anni di difficoltà, ha finalmente trovato un modo per esportare la sua anortosite, una roccia utilizzata nella fibra di vetro e nelle vernici. La produzione dovrebbe quintuplicare entro il 2025, ma il percorso è stato lungo e complesso.
Il futuro dell’Artico
L’Artico è sempre stato un luogo di frontiera, un deserto ghiacciato dove posizionare basi militari e strumenti di spionaggio. Ma nei prossimi decenni, potrebbe trasformarsi in un hub economico e geopolitico di primo piano. Tuttavia, la corsa all’Artico non sarà una passeggiata. Serviranno cooperazione internazionale, investimenti massicci e tecnologie innovative. E soprattutto, bisognerà trovare un equilibrio tra sviluppo e protezione dell’ambiente. Una cosa è certa: l’Artico non sarà più lo stesso. E noi dobbiamo essere pronti a gestire questa trasformazione, prima che sia troppo tardi.
Traduzione dall’ inglese di Igor G. Cantalini
L’AUTORE
Isaac J.P. Barrow – Professore sociologo specializzato in dinamiche sociali globali. Tutta la sua carriera si è concentrata su globalizzazione e tecnologie digitali. Ha svolto ricerche in vari paesi ed è autore di studi su identità culturali e disuguaglianze. Ha collaborato con organizzazioni internazionali ed è considerato un esperto di politiche sociali ed inclusione.