di Marco Bella
La prestigiosa rivista Science ha dedicato alla crescita inarrestabile delle rinnovabili l’ultima copertina del 2025 considerandolo il più importante breakthrough (svolta, avanzamento) scientifico del 2025.
Nella foto c’è un impianto di 80 MW di pannelli fotovoltaici con sotto un allevamento di carpe gialle, a testimonianza che produzioni naturali e tecnologia possono andare a braccetto.
Scrive su Science il giornalista scientifico Tim Appenzeller che quest’anno la produzione elettrica da fotovoltaico ed eolico ha superato quella da carbone ed è in enorme crescita. Infatti, solo nel 2024 la Cina ha installato generazione da fotovoltaico ed eolico pari all’incirca a cento centrali nucleari. Sono andato a verificare i dati e sono impressionanti: la Cina ha installato solo nel 2024 qualcosa come 360 GW di rinnovabili. Considerando invece il nucleare, tecnologia di cui la Cina è leader al mondo, sono stati avviati tre reattori nel 2022 (2,2 GW), un reattore nel 2023 (1 GW), due reattori nel 2024 (2,1 GW) e uno soltanto nel 2025 (1,1 GW), tra l’altro solo il mese scorso (fonte: database PRIS).
Su resto dell’articolo c’è poco da aggiungere. Non serve essere scienziati, basta guardare il grafico per capire quale sia davvero la crescita impressionante delle rinnovabili.
La crescita dei pannelli fotovoltaici rappresenta anche un modo per migliorare notevolmente la vita delle persone più povere nel mondo: è significativo che in quest’articolo c’è la foto di una baraccopoli della periferia di Nairobi in Kenya. La diffusione dei pannelli fotovoltaici e dei sistemi di accumulo in questa e in altre realtà dell’Africa e dell’Asia permette di poter ricaricare i telefoni cellulari, avere l’illuminazione e alimentare dei sistemi di rinfrescamento.
Che cosa fa il governo italiano di fronte a questa rivoluzione epocale? Vorrebbe ritornare al passato, cioè al nucleare, vedi il DDL sul nucleare che sarà discusso in parlamento nei prossimi mesi. La “ciliegina sulla torta” sono i 7 milioni e mezzo di soldi pubblici dedicati alla “divulgazione scientifica” sul nucleare che in realtà sono destinati alla propaganda ideologica. Infatti, la questione non è nucleare pericoloso/non pericoloso o paure irrazionali dei cittadini, ma piuttosto che il nucleare non è oramai più competitivo di fronte allo sviluppo delle rinnovabili e dei sistemi di accumulo a batterie. Non che dalla finta opposizione si vada meglio: si pensi alla guerra per bloccare le rinnovabili da parte della presidentessa della Sardegna Todde. Ma magari tali sforzi li avesse messi in campo per bloccare le fabbriche di armi… No, in Sardegna su armi, carbone, inceneritori “non si può fare nulla” e invece si ammicca al “nucleare di nuova generazione” e si fa la guerra alle rinnovabili come primo atto della consiliatura.
La rivista Science (e la Scienza, quella vera, non la propaganda dell’industria nucleare) spiegano qual è la direzione da prendere per limitare il cambiamento climatico: puntare ancora di più sulle rinnovabili. Chi ancora vuole il nucleare è l’equivalente di chi all’inizio del ‘900 di fronte all’avvento dell’illuminazione elettrica la criticava difendendo invece l’uso del “gas di città”, cioè una miscela di idrogeno (!), monossido di carbonio (!!) e metano.
Ecco, cerchiamo di guardare al futuro, e non continuare a rivangare soluzioni vecchie e superate del passato.
L’AUTORE
Marco Bella – Già deputato, ricercatore in Chimica Organica. Dal 2005 svolge le sue ricerche presso Sapienza Università di Roma, dal 2015 come Professore Associato.







