Oggi, 2 agosto, ricorre l’Earth Overshoot day, la giornata in cui il Pianeta va in riserva e inizia a estrarre risorse naturali “in debito”.
L’umanità, con i suoi oltre 8 miliardi di abitanti, consuma in quantità eccessive, oltre le capacità di rigenerazione (e riassorbimento) naturali del Pianeta. Attualmente, la produzione, l’imballaggio e il consumo non sostenibili di cibo stanno alimentando la crisi climatica, generando un terzo di tutte le emissioni di gas serra, utilizzando il 70% dell’acqua dolce del pianeta e causando una perdita di biodiversità su scala inverosimile.
Dall’inizio degli anni ’70, l’umanità è stata in un deficit ecologico, secondo i calcoli del think-tank americano Global Footprint Network (GFN), che pubblica il rapporto annuale “Earth Overshoot Day” basato sui dati delle Nazioni Unite . Il primo “Earth Overshoot Day” globale è caduto il 25 dicembre nel 1971, poi il 26 settembre nel 1999. Sei anni dopo, nel 2005, è balzato al 27 agosto. Di anno in anno, tranne durante la pandemia di COVID-19, questa data viene gradualmente anticipata, incidendo sulle riserve per le generazioni future.
Ma quali paesi bruciano le proprie risorse più velocemente? Tra i paesi con l’impatto ambientale più elevato nel 2023 secondo il Global Footprint Network ci sono:
- Qatar;
- Lussemburgo;
- Canada;
- Emirati Arabi Uniti;
- Stati Uniti.
Tra i paesi le cui popolazioni hanno uno stile di vita meno impattante sul Pianeta ci sono invece:
- Giamaica;
- Ecuador;
- Indonesia;
- Cuba;
- Iraq.
L’Italia si posiziona in mezzo con un Overshoot Day caduto il 15 maggio 2023, lo stesso del Cile e delle Bahamas. Tra i paesi europei quelli con un’economia più sostenibile sono la Romania (11 giugno 2023), l’Ungheria (30 maggio) e la Croazia (20 maggio). Per Francia e Germania, invece, l’Overshoot Day 2023 è caduto rispettivamente il 5 e il 4 maggio.
I dati del Global Footprint Network sono allarmanti ma possiamo però invertire questa tendenza.
Semplici cambiamenti potrebbero spostare indietro l’Earth Overshoot Day in modo significativo: l’aumento delle fonti globali di elettricità a basse emissioni di carbonio dal 39% al 75% lo sposterebbe di 26 giorni, dimezzando lo spreco alimentare si guadagnerebbero 13 giorni, piantare alberi fra altre colture, anche agricole, farebbe guadagnare 2,1 giorni in più.
Il persistente superamento delle capacità della Terra di ricostituire le risorse che consumiamo “porta a sintomi sempre più evidenti, tra cui insolite ondate di calore, incendi boschivi, siccità e inondazioni, con il rischio di compromettere la produzione alimentare”, avverte il CEO di Global Footprint Network, Steven Tebbe. “Ciò sottolinea l’interesse per le città, i paesi e le entità commerciali di promuovere la sicurezza delle proprie risorse se vogliono prosperare. Anche il mondo ne trarrebbe beneficio”, aggiunge Tebbe.
Facendo scelte scelte di consumo sostenibili e uno stile di vita più green e responsabile, ognuno di noi può cambiare il corso della storia.