“Secondo i calcoli dellUfficio studi della CGIA, leventuale anticipazione del 50 per cento del Tfr ai dipendenti potrebbe costare alle piccole imprese un importo annuo che oscilla tra i 3 e i 30 mila euro circa. Sono pochi gli imprenditori che potrebbero disporre delle risorse necessarie per anticipare metà del Tfr ai propri dipendenti. Vista la scarsa solvibilità in cui versano, difficilmente le banche sarebbero disponibili a elargire prestiti a soggetti estremamente a rischio dinsolvenza. Queste ultime, lo sappiamo bene, in questo momento prestano il denaro solo a chi ha una certa solidità finanziaria; agli altri, purtroppo, laccesso al credito bancario è praticamente precluso. Le ipotesi prese in considerazione dalla CGIA sono quattro:
1) falegnameria artigiana con 5 dipendenti. L’azienda dovrebbe farsi carico di un esborso aggiuntivo annuo pari a 2.990 euro, mentre ciascun operaio beneficerebbe di un aumento annuo pari a 460 euro
2) negozio di abbigliamento con 10 dipendenti. Lesborso annuo a carico dellimpresa sarebbe di 7.026 euro. A ciascun dipendente finirebbero in busta paga 539 euro aggiuntivi allanno;
3) azienda tessile dellindustria con 25 dipendenti. La richiesta del Tfr costringerebbe limpresa ad un esborso annuo pari a 16.952 euro. Ciascuno degli operai o degli impiegati disporrebbe di un aumento annuo di 521 euro;
4) industria metalmeccanica con 40 dipendenti. Lazienda dovrebbe elargire ai richiedenti 28.656 euro allanno. Ad ogni dipendente finirebbero 550 euro in più allanno.” CGIA Mestre
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