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Nell’estate del 2012 sia Unipol che Fondiaria Sai hanno fatto un aumento di capitale enorme, di dimensioni spropositate. Successivamente agli aumenti di capitale, che hanno bruciato gli investimenti di centinaia di piccoli risparmiatori in pochi giorni, Unipol ha acquistato Fonsai.
Intervista a Marco Piazza e Max Bugani, consiglieri comunali M5S Bologna, e a Stefano.
Max Bugani: Vi vogliamo raccontare una situazione, una storia molto antipatica che si è venuta a creare nel luglio 2012, nel momento in cui Unipol ha acquistato la compagnia assicurativa Fondiaria SAI. Questa colossale operazione, descritta da esperti della finanza come un’ operazione dalle tinte cupe, ha fatto perdere tantissimi capitali, in alcuni casi il 100%, investiti dai piccoli e medi azionisti, che ci stanno scrivendo in questi giorni chiedendo di dare voce a ciò che è accaduto.
Marco Piazza: Noi non sappiamo se questa sia un’operazione legale, ma sicuramente quando i cittadini perdono il 99.9% dei loro risparmi è fortemente immorale.
Stefano: Innanzitutto abbiamo assistito a un aumento di capitale, per ricapitalizzare la società in crisi, da parte di Fonsai, la preda dell’operazione Unipol, sproporzionato rispetto alla dimensione dell’azienda. La dimensione, già di per sé é la prima anomalia dell’operazione.
Marco Piazza: L’aumento di capitale è quell’operazione che viene fatta quando una società ha bisogno di soldi freschi. Incamera dei nuovi liquidi per fare operazioni o per ricapitalizzarsi.
Max Bugani: Persone che avevano 100, 200 azioni, ci stanno scrivendo persone che hanno perso 20.000, 30.000, 50.000 euro. Questa mattina ci ha scritto una persona che ha perso 200.000 euro. Nel momento in cui c’è stato l’aumento di capitale, hanno avuto il diritto di opzione …
Stefano: Esatto. L’azione ante capitale valeva 45 euro. Poi ogni singola azione Fonsai è stata spezzata in due. E’ rimasta un’azione ordinaria di un euro, e 44 euro sono stati spostati sul diritto di esercitare l’opzione sull’aumento di capitale. Questo diritto, che poi entra nel mercato e che va in contrattazione, ha subito un deterioramento in pochissimi giorni, si è praticamente azzerato. Questo azzeramento ha portato, per chi non ha venduto in tempo, l’azzeramento del capitale di questi piccoli azionisti.
Marco Piazza: Quando si fanno gli aumenti del capitale le azioni possono raddoppiare o triplicare. In questo caso è aumentato di 252 volte il numero di azioni. Quando c’è un aumento di capitale la torta viene divisa in più parti, quindi ci saranno più azionisti e il titolo normalmente cala. Se cala un po’ quando si fa un aumento di capitale normale, pensate di quanto può calare il titolo con un aumento di capitale di dimensioni sproporzionate. Non so se ce ne sono stati mai di così rilevanti in passato, sicuramente per la finanza italiana è uno dei più alti. Il valore dell’azione è passato da 45 euro e un euro, è crollato.
Max Bugani: C’è un passaggio oscuro, che riguarda il crollo del titolo qualche giorno prima che ci fosse l’aumento del capitale. Ma noi non vogliamo ipotizzare l’insider trading.
Marco Piazza: No, ma gli investitori istituzionali sono stati veramente fortunati perché senza sapere niente hanno avuto la fortuna di vendere le loro quote proprio poco prima che venisse annunciato l’aumento di capitale e quindi sono riusciti a vendere a prezzo di mercato a un fondo di pensioni americano che ha acquistato il 2% del capitale totale. Ecco, sono stati proprio fortunati.
Stefano: In un mercato normale dove si sconta la diminuzione di valore in un aumento di capitale ci può stare che l’azionista si trovi in mano titoli del genere, sta nel gioco del mercato. Ma i piccoli risparmiatori che avevano in mano queste opzioni che è la stragrande maggioranza della quota di capitale che avevano nella vecchia azione ordinaria, hanno fatto fatica. Se non erano proprio impossibilitati, a poterlo vendere sul mercato. Il valore di questo diritto si è azzerato in un lasso di tempo brevissimo e sul mercato è rimasto un inoptato, cioè persone che non hanno aderito all’aumento di capitale, di quantità enorme e questo ha creato un danno di immagine alla società che si stava costruendo in quel momento. Se molti azionisti non sono disposti a mettere soldi nella nuova società sicuramente non è un bell’inizio.
Max Bugani: L’operazione è brutta, è poco chiara, ci teniamo a parlarne. Chiediamo alle associazioni dei consumatori, agli organi di controllo, a tutta la stampa di parlarne il più possibile. Non tanto per individuare i colpevoli, perché gli esperti che hanno parlato con noi ci hanno dipinto un quadro di legalità, però queste cose non devono accadere più. Tutti i cittadini devono essere sempre informati di modo che davanti a future operazioni del genere effettuate da altre compagnie sappiano come comportarsi. Qui stiamo parlando di milioni e milioni di euro bruciati di famiglie che magari avevano in queste azioni tutti i loro risparmi. E questo è molto triste.