Siamo a Ferragosto. Il sole brilla, ma il cielo ci appare plumbeo, grigio, spento come nei pomeriggi di smog d’inverno in città. Cosa sono quelle facce? Quelle smorfie da depressi? Non fate così. Non buttatevi giù. Cambiare si può. Siamo dentro un incubo, ma dagli incubi ci si sveglia al mattino. Dopo la notte arriva sempre l’alba, Queste maschere di cartone che popolano la nostra vita sono destinate a sbiadirsi, a scomparire persino nel ricordo. “Berlusconi chi? Letta chi? Finocchiaro chi? Brunetta chi?” ci chiederemo tra pochi anni. Cambiare si può. Costruire una nuova Italia solidale, una comunità di persone senza privilegi si può. Un luogo dove i diritti civili valgono per tutti, indistintamente. Nessuno rimarrà indietro. Un reddito di cittadinanza e il diritto a un tetto saranno garantiti per legge. Utopie? Cosa sarebbe la nostra vita senza utopie che possono realizzarsi? Un luogo miserabile dove passare la nostra esistenza. Il dopoguerra ci ha lasciato solo macerie e distruzione, ma ci siamo risollevati. E ora dovremmo temere per quattro cialtroni che hanno occupato lo Stato? Li cacceremo a calci nel culo. Ogni voto un calcio alle prossime elezioni.
L’Italia ha bisogno di rinnovamento, di aria fresca, di nuove idee, di giovinezza. Cambiare si può. Partecipare si può. Siamo stati esclusi dalla gestione dello Stato, come ospiti mal sopportati a casa nostra, da un’oligarchia supponente e arrogante. E’ tempo di riprenderci le nostre vite, la nostra Patria, di cercare di essere felici. Strano sentire queste parole “Patria, Felicità“. Sono riusciti, questi osceni rappresentanti vestiti a festa, a farle diventare impronunciabili, come le parole “Popolo“, “Onestà“, “Dovere“, “Futuro“.
Nel film “Ricomincio da capo” il protagonista era condannato a rivivere sempre la stessa giornata, così succede agli italiani. Sempre gli stessi nomi, le stesse “emergenze nazionali“, gli stessi problemi irrisolti da vent’anni. Ci hanno fatto credere che non esistono alternative., ma cambiare si può. Questa lunga agonia non è più tollerabile. Napolitano, il garante dello status quo, si dimetta, si elegga un nuovo presidente della Repubblica e si vada alle elezioni. Cambiare si può. Sorrideremo, rideremo come bambini quando ci sarà la nuova liberazione, come i nostri nonni in un lontano 25 aprile, alla fine della guerra. Presto sui nostri schermi.
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