“Mi chiamo Giovanna e sono una cittadina modenese di 33 anni. Vi racconto lepisodio di malagiustizia allitaliana di cui sono stata vittima qualche giorno fa. Lunedì 9 settembre, alle 21.45 circa, mentre percorrevo a piedi una via del centro della città di Modena venivo scippata con violenza della mia borsa. Contattato immediatamente il 113 e fornito il modello dellauto, la targa e la descrizione dei due rapinatori, la polizia riusciva dopo poco a trarli in arresto e a recuperare la borsa. Nellauto dei due venivano rinvenute una pistola a piombini e dei passamontagna. A seguito delle percosse riportate al Pronto Soccorso mi verranno riscontrate distorsioni al gomito, trauma al rachide cervicale e strappo del muscolo pettorale sinistro. Ma eccoci alla beffa! Allindomani dello scippo i due rapinatori, leccese lui e cubana lei, vengono condannati ad 1 anno ed 8 mesi con la condizionale e rimessi in libertà ma con il divieto di dimora a Modena. In poche parole i rapinatori decidono di patteggiare la pena ed il Pm e il Giudice acconsentono essendo i 2 incensurati (forse perché mai beccati?) senza valutare minimamente le conseguenze morali e sociali di tale decisione.
Mi chiedo il perché il Pm ed il giudice abbiano optato per la soluzione piu favorevole ai ladri e sfavorevole alla vittima nonostante avessero gli strumenti necessari per garantire maggior giustizia e maggior certezza della pena. La violenza della donna, la pistola, i passamontagna, come possono essere state considerate delle attenuanti? Da quando è considerato normale andare in giro con pistole e passamontagna? Perché il Pm non ha rifiutato il patteggiamento proposto e non ha rinviato udienza del processo ad altra data dove i miei diritti di vittima e di cittadina che denuncia avrebbero avuto più valore? Perché non si è scelta una misura cautelare più congrua come obbligo di firma, arresti domiciliari o il carcere optando,invece, per la pìù lieve divieto di dimora a Modena? Il Pm e il giudice con questa decisione hanno voluto forse dire ai rapinatori: Vi condanniamo ad 1 anno e 8 mesi ma non vi mandiamo in galera perché incensurati. La pistola finta, i passamontagna e la violenza dello scippo? Circostanze non essenziali, ve le perdoniamo. Andate a delinquere altrove ma non qui a Modena. Attenti però a non farvi beccare di nuovo perché la prossima volta il carcere non ve lo toglie nessuno!“
Ed è questa la giustizia italiana in cui dobbiamo credere ed avere fiducia? Sono questi gli uomini di legge che dovrebbero tutelare le donne e i cittadini vittime di violenze? Dobbiamo uscire di casa con il coltello in tasca per sentirci sicure nelle nostre città?
La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile. Corrado Alvaro” Giovanna DAgostino
Comments are closed.