Il traffico di persone è un fenomeno in forte crescita. Ci sono 2,4 milioni di persone scomparse e sfruttate in tutto il mondo. I motivi sono semplici.
L’80% per il mercato del sesso, il 17% in lavori forzati. Ovviamente la grandissima maggioranza è donna, più dell’80%. A questo dobbiamo aggiungere il traffico di organi.
Questo mercato vale tanti soldi, ogni anno frutta ben 32 miliardi di dollari. Una vera montagna di soldi. Cercare di combattere un qualcosa di così esteso è una sfida quasi impossibile. Si perché il fenomeno ormai non è più in mano a criminali da quattro soldi, ma è ben organizzato, sia dal punto di vista economico, logistico e legale.
C’è da dire anche che non si sta facendo moltissimo. Sul traffico di droga ci sono risorse enormi. Su questi ambiti c’è ancora poco impegno. Per esempio solo il 10% delle stazioni di polizia ha un protocollo sul traffico di umani.
Il 25 dicembre 2003 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato il Protocollo per Prevenire, Sopprimere e Punire il Traffico delle Persone. Ma c’è da dire che molti Paesi prevedono pesanti provvedimenti, ma anche in questo caso c’è davvero molta strada da fare.
In tutta l’Africa non viene riconosciuto il reato, stessa storia nella penisola arabica. Forse per questo le due aree sono quelle a maggior rischio.
A questo c’è da aggiungere un fenomeno contemporaneo: il turismo fai da te.
I motivi sarebbero lunghi da spiegare, ma diciamo che per fuggire da un vita ordinaria, ci si tuffa in esperienze spesso al limite, o presunte tali. Viaggi avventurosi e fai da te sono sempre più di moda. Peccato che spesso ci si informa sempre troppo poco del luogo in cui si va e si vuole soggiornare. Si prendono frettolose e sommarie indicazioni sul Paese e via zaino in spalla.
Sfortunatamente queste sono le condizioni predilette per le sparizioni. Le donne sono anche qui le vittime preferite, il 66% dei casi, il resto è fatto di ragazze (13%), uomini (12%) e ragazzi (9%).
Poi c’è il traffico di organi trapiantati.
Le persone vengono rapite e uccise sotto operazione per l’espianto di organi. Una pratica atroce. Un giro di affari iniziato nel 1970, con l’introduzione dei farmaci anti-rigetto. Fino al 1994, il primato del traffico di organi lo deteneva l’India. Pensate che ancora nel marzo 2008, la loro vendita era perfettamente legale nelle Filippine.
Poi c’è il caso Cina, dove addirittura si utilizzavano liberamente gli organi dei prigionieri. Ci sarebbe molto da aggiungere, ma è un fenomeno complesso e brutale a cui al più presto si deve cercare di porre un rimedio.