La prossima generazione sarà migliore o peggiore a causa degli smartphone? La risposta è complessa e la ricerca dimostra che dipende in gran parte dalla vita offline.
In un articolo pubblicato ieri sul numero speciale di Nature sulla scienza dell’ adolescenza, Candice Odgers (Direttore del programma di sviluppo infantile e cerebrale di CIFAR e professore di psicologia e comportamento sociale presso l’ Università della California, Irvine) sostiene che gli smartphone non dovrebbero essere considerati universalmente dannosi. Il suo lavoro mette in evidenza la ricerca su come gli adolescenti utilizzano gli strumenti online per costruire relazioni e organizzare attività nella vita reale. Tuttavia, gli adolescenti vulnerabili, secondo Odgers, stanno subendo i maggiori effetti negativi nelle relazioni online.
“Quello che stiamo vedendo ora può essere l’emergere di un nuovo tipo di divario digitale, in cui le differenze nelle esperienze online stanno amplificando i rischi tra gli adolescenti già vulnerabili”.
Negli ultimi 10 anni, Odgers ha monitorato la salute mentale degli adolescenti e il loro uso di smartphone. Nel suo sondaggio sugli scolari del Nord Carolina, il 48% degli undicenni e l’ 85 per cento dei quattordicenni hanno dichiarato di possedere un cellulare. Nonostante l’uso diffuso della tecnologia digitale, la ricerca non ha trovato un’associazione negativa tra benessere mentale e uso “moderato”.
Gli impatti negativi della tecnologia emergono quando i ricercatori esaminano più da vicino la demografia. Adolescenti provenienti da famiglie con un reddito familiare basso spendono più tempo sul cellulare, rispetto agli adolescenti con famiglie con un reddito alto.
I risultati del sondaggio di Odgers hanno mostrato che adolescenti di famiglie a basso reddito hanno riferito più lotte fisiche, liti con coetanei e problemi a scuola che si sono riversati dai social media.
“Negli ultimi 25 anni, la disuguaglianza di reddito e il divario di opportunità tra i bambini delle famiglie a basso reddito e i loro coetanei più abbienti sono aumentati. Hanno sempre meno accesso alle risorse e meno investimenti per gli adulti”, afferma Odgers. “Sarebbe disastroso per molti bambini vedere questo divario replicato nel mondo online”.