Le elezioni anticipate sono l’ultimo rifugio della politica. Anticipate, ma sempre con giudizio. Il Parlamento infatti si può sciogliere solo dopo che i parlamentari hanno raggiunto i requisiti per la pensione, quindi mai prima di due anni e mezzo. Quasi ci siamo e i deputati e i senatori, che alla pensione ci tengono, potrebbero accettare un rompete le righe (a proposito c’è uno, dico un solo parlamentare che ha rinunciato a questo odioso privilegio?). Il problema, come si suol dire, è però un altro. L’Italia non può andare a nuove elezioni senza rischiare di fare la fine della Grecia. La minaccia di sciogliere il Parlamento è una pistola scarica. Ogni parametro economico è il peggiore di sempre, dal debito pubblico, alla cassa integrazione, al tasso di disoccupazione. L’Italia non può permettersi un vuoto parlamentare senza correre il rischio di un default. Ma questo è forse l’obiettivo di chi vuole sfasciare il Paese.
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