In una Milano con l’aria carica di veleni che si depositano come la peste sulle macchine in sosta e nei polmoni delle persone si è celebrato il caravanserraglio della prima della Scala. Uno spettacolo fuori luogo, fuori tempo, uno schiaffo alla situazione economica. Nel teatro avrebbero dovuto esserci, estratti a sorte, cittadini comuni. Pensionati, disoccupati, studenti.
Le autorità si trovavano nel palco reale. Finita la monarchia, è salita sul sommo trespolo della lirica, addobbato a fiori, la partitocrazia benedicente. Tra stucchi d’oro e stoffe di porpora con Napolitano e Monti c’erano, impettiti, gli statisti Pisapia e Formigoni, quest’ultimo indossava “lo smoking di 10 anni fa“, segno di sobrietà dopo l’arresto del vice presidente del Consiglio lombardo, Franco Nicoli Cristiani. All’ingresso, in un tunnel di transenne, ha sfilato in passerella per i fotografi la meglio gioventù. Presenti tra gli altri, il nuclearista nonché inceneritorista Veronesi, l’ex banchiere Passera con signora, Valeria Marini con un lampione al braccio fasciata di blu, Marta Marzotto in bianco, Stefano Boeri, Bruno Vespa con signora e geco fluorescente in evidenza e un’incredibile coppia: Cecchi Paone con la ex signora di Calderoli. Nei loro volti la felicità di esserci.
L’auto di Monti è stata colpita da un uovo al suo arrivo, uno spreco in tempo di crisi. Una limousine bianca con a bordo dei membri del CUB, Confederazione Unitaria di Base, è arrivata sino all’ingresso del teatro. Gli operai sono stati subito riconosciuti dai loro abiti, abbondantemente sotto il costo di 10.000 euro, e dalle mani callose. Non hanno potuto raggiungere i Vip per dimostrargli il loro affetto. Il sovrintendente Stephane Lissner ha detto “Da questo luogo può ripartire l’Italia“, non ha però spiegato per andare dove, forse perché gli italiani lo sanno già. In Piazza della Scala e nella vicina Galleria ci sono state delle manifestazioni di gaudio popolare con cartelli di musicofili “Cambia l’orchestra ma la musica è sempre la stessa” ignorate dalla nuova nobiltà, ma non dalla Polizia. Il Don Giovanni è stato un trionfo, i nuovi ricchi si sono consumati le mani guantate. Uno striscione è rimasto per terra sotto la statua di Leonardo. C’era scritto “Non pagheremo noi la vostra crisi“. In futuro può darsi, ma per ora la loro crisi la paghiamo noi.
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