Il presidente della Nestlé Peter Brabeck ha affermato che l’acqua dovrebbe essere trattata più come il petrolio. Con il petrolio è evidente cosa accade quando la domanda sale. Il mercato reagisce e le persone iniziano ad usarlo in maniera più efficiente. Tutti a votare per i referendum. Togliamo l’acqua dalle mani dei partiti e delle lobby private di gestione.
“La Nestlè ha lanciato pochi giorni fa in Canada la proposta di creare una borsa mondiale dellacqua, soggetta alle stesse regole della borsa per gli altri prodotti, che consentirebbe quindi a poche multinazionali di avere il controllo completo sullacqua che finisce sulle nostre tavole, ma anche su quella che esce dal rubinetto, se lacqua venisse privatizzata. Nestlè è lazienda numero uno per il mercato mondiale delle acque minerali, quindi la proposta non è per niente disinteressata… (Solo in Italia sono parte del gruppo Nestlè le seguenti marche: Claudia, Giara, Giulia, Levissima, Limpia, Lora Recoaro, Panna, Pejo,Terrier, Pracastello, San Bernardo, San Pellegrino,Sandali, Tione, Ulmeta, Vera.). Se prima avevamo molti buoni motivi per andare a votare il referendum del 12 e 13 giugno per evitare la privatizzazione degli acquedotti, adesso ne abbiamo uno in più. Ovviamente i media non ne parlano…. facciamolo noi”. Simona B.
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