Bersani, quel vecchietto che ti osserva da una panchina con le maniche arrotolate con la speranza di carpirti un voto, ha preso coraggio. Per cacciare Berlusconi da Palazzo Chigi ha deciso di portargli 10 milioni di firme che raccoglierà in un mese con diecimila gazebo. E’ la “campagna di febbraio“. Una via di mezzo tra la presa del Palazzo d’Inverno di Lenin e gli otto milioni di baionette di Mussolini che disse con profetica lucidità: “E’ dunque un grande ramo d’ulivo che innalzo… Attenzione, questo ulivo spunta da un’immensa foresta: è la foresta di otto milioni di baionette bene affilate e impugnate da giovani intrepidi e forti.” Da otto milioni di baionette a dieci milioni di firme con la benedizione dell’ulivo il passo è breve.
Bersani ha tuonato con la sua esse blesa: “Lui pensa di parlare di magistratura e non rispondere delle cose di cui deve rispondere“. D’Alema un po’ se l’è presa. Credeva alludesse. Ancora a rivangare con la storia della Forleo e della sua intervista sulla magistratura a Canale 5. Bersani ha rimarcato implacabile: “Io sono nettamente contrario alle elezioni. Ma non illudiamoci, se si va a votare con questa legge e lui vince, poi farà di tutto per andare al Quirinale e avrà i numeri per farcela“. La legge elettorale, la legge porcata di Calderoli, non è stata mai messa in discussione dal Pdmenoelle nei due anni di governo Prodi. Questa legge è figlia di ogni partito presente in Parlamento, benvoluta da tutti. Bersani si è anche intristito al pensiero dello psiconano:”Lui è lì e rimarrà lì finchè gli sarà consentito“. Già, chi lo ha consentito? Il governo sarebbe caduto da tempo se il Pdmenoelle fosse stato presente in aula al voto di fiducia sullo Scudo Fiscale. Berlusconi non sarebbe neppure in Parlamento se l’opposizione avesse introdotto la legge sul conflitto di interessi. Berlusconi non avrebbe il controllo delle televisioni se D’Alema non gli avesse cucito su misura una legge nel 1999 (altro che Bottino Craxi).
Bersani ha comunque un sogno. Ascoltare Topo Gigio Veltroni nel suo secondo discorso al Lingotto di domani, 22 gennaio. Si aspetta “un contributo di cultura politica“. Walterloo resuscitò Berlusconi che si era ridotto nell’autunno del 2007 a regalare la pasta ai pensionati alla periferia di Milano e riuscì persino a non nominarlo per tutta la campagna elettorale. Da vero oppositore, ma anche alleato, gli strinse la mano alla Camera dopo il suo discorso di insediamento. Al pensiero di un suo nuovo contributo politico ogni italiano si tocca i coglioni. Bersani ha concluso: “E’ chiaro che Berlusconi pensa di prenderci tutti per imbecilli“. E questa è una cattiveria nei suoi confronti. Tutti no. I vertici del Pdmenoelle non li considera imbecilli, ma soci in affari. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
P.S. Sono stati schedulati incontri per la creazione di Liste Civiche 5 Stelle nelle seguenti città:
Arquata Scrivia, Cagliari, Campolongo Maggiore, Canino, Capoterra,Carmagnola,Cavarzere,Cento,Ciriè,Civitavecchia,Codogno,Codroipo,Corigliano Scalo,Finale Emilia,Fuscaldo,Grezzana,Marino,Mores,Nardò,Nerviano,Noventa Padovana,Pessano con Bornago,Pioltello,Policoro,Quarto D’Altino,Rocca di Papa,Roseto degli Abruzzi,Salsomaggiore,Sala Baganza,
Savona,Sennori,Statte,Varedo,Viadana, Vigonovo
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