(02:23)
I profeti prevedevano il futuro, l’economista italiano prevede il presente. Vive il momento. Coglie l’attimo. Liberista, ma se necessario statalista. Più Stato e meno mercato in tempo di crisi, ma più mercato (con la sua mano invisibile ai più e chiarissima per lui e per le banche) e meno Stato se l’indice di Borsa si impenna. Gli astrologi potrebbero fare tranquillamente gli economisti, gli economisti non potrebbero invece fare gli astrologi. Questione di reputazione. Infatti, maghi, fattucchiere, indovini e negromanti sono più attendibili di qualunque economista italico. Loro, ogni tanto, ci prendono. Parmalat, Seat, Telecom, derivati, junk bond, esplosione del debito pubblico, bolle speculative sono stati eventi imprevedibili per l’economista. Conosciuti, ma imprevedibili. Se un comune cittadino, con il buon senso del padre di famiglia, avverte di una bancarotta in arrivo è un allarmista che non capisce i fondamentali. Con l’economista ti rimane sempre un dubbio, un tarlo, un rovello: se ci fa o se ci è. Se, pur a piena conoscenza di come si svolgeranno i fatti, tace per ordini superiori, per la pagnotta, o se non capisce mai una beata fava. Io propendo per l’ipotesi pagnottista. Gli economisti di successo diventano ministri dell’Economia, opinionisti televisivi, giornalisti economici, persino leader politici. Dopo un decennio, sull’orlo della catastrofe, ci spiegano perché siamo in fallimento. Non si arrogano nessun merito per il default dell’Italia, ma, va detto a loro onore, anche nessuna colpa. Sono sacerdoti del nulla, creatori di teorie economiche che durano il tempo di un peto nello spazio. Come i nobili di un tempo, gli economisti discutono solo con i loro pari e non con la plebe, non si abbassano. Gli altri non possono capire la complessità dell’economia e la profondità dello spread. L’economista di lotta e di governo, soprattutto di governo, è un ottimista per natura. Il PIL crescerà nel 2013, la disoccupazione diminuirà e anche le tasse. Il Paese è già pronto a ripartire. L’economista italico con quella bocca può dire quello che vuole il suo padrone.